Il Comune di Formia e lo scherzo dei Teresiani

di Daniele Elpidio Iadicicco

Lo stabile che ospita il Comune di Formia è di proprietà pubblica sin dal 1807. I dettagli di come questo sia pervenuto allo Stato vengono fuori dalla corrispondenza tra Luigi Flach, sottintendente del distretto di Gaeta, e l’intendente provinciale Parisi. Il 22 gennaio 1808 il Flach scrive al suo superiore allegando la “presa in consegna del Monastero de’ Teresiani’. I teresiani ossia i Carmelitani scalzi di Santa Teresa avevano abitato quel luogo sin dalla costruzione di quel monastero dedicato alle “Anime del Purgatorio”. Scrive Raffaele Capolino ” la Chiesa di Formia nacque da una donazione di D. Nicola Pacifico, un ricco benestante di S. Severino della provincia di Salerno, all’Ordine dei Carmelitani Scalzi di S.Teresa con sede in Roma … la Chiesa fu terminata e benedetta il 7 ottobre 1739 .”

Al momento del suo esproprio fu risparmiata solo la Chiesa più due locali muniti di “paglia” da sempre utilizzati per far dormire le truppe militari al loro passaggio. La visita per dare esecuzione allo “sfratto” dei monaci e la presa in consegna del monastero avvenne il 13 di gennaio del 1808.
Il Decreto di soppressione di tale monastero era stato emanato il 30 di dicembre del 1807. Ed è qui che il sottintendente ha una brutta sorpresa. Non solo i monaci avevano già traslocato. Non solo avevano portato con se qualunque mobile, documento e suppellettile ma i bravi monacelli avevano fatto addirittura smontare tutte le porte e finanche le finestre del convento. Lo stabile era stato lasciato nudo. Il sottindendente scrive “non vi sono che semplici muraglie”.
Viene interpellato a tal riguardo l’ “eletto” di Castellone il Sign. Gaetano Calcagni che non può far altro che confermare l’abbandono del sito da parte dei monaci e riferisce che gli stessi si sarebbero trasferiti in Napoli.
Avevano anticipato le mosse dei francesi iniziando ad ad abbandonare tutto già a febbraio 1806. Il monastero era stato utilizzato, di fatti, come quartier generale già per l’assedio di Gaeta di quell’anno. I monaci avevano provveduto a vendere tutto quel che era possibile prima di trasferirsi.
Dal 1807 in poi il monastero entra in mano pubblica e segue un destino diverso da quello della Chiesa che viene più volte restaurata e rimaneggiata. Il monastero fu poi nel 1856 convertito in quartiere militare da Re Ferdinando II che fece lo stesso per la riconversione in quartiere militare dell’ex convento di Sant’Erasmo.

La parte del convento rimasta diroccata su Via Lavanga. a Sinistra “Via dei Carmelitani”.

L’ultima testimonianza di quei monaci e del loro passaggio a Formia viene conservata a Napoli. Tutti i documenti dei “teresiani di Castellone” sono conservati in sei faldoni presenti presso l’Archivio di Stato di Napoli. Il piccolo vicolo adiacente il Comune di Formia ancora oggi si chiama “Via dei Carmelitani”.

La foto della Chiesa è di Fausto Forcina su Formiae.it

Città:,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *