La lettera di Leopoldo II da Mola

Nel Gennaio 1849, Leopoldo II di Toscana è costretto a lasciare la sua terre e si rifugia, esule, a Mola di Gaeta, ospite di Re Ferdinando II. Le due casate erano imparentate a doppio filo.

Leopoldo II Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano

A Gaeta vi era anche Pio IX, esule anch’egli per i stessi motivi, ossia i moti del 1848 ed i venti repubblicani che spiravano forte un po ovunque. Leopoldo fu però vittima degli eventi, essendo di fatto un Sovrano molto amato dal suo popolo.

A Formia Leopoldo era già stato quando morta la prima moglie, nel 1833 si era recato a Napoli per chiedere la mano di sua cugina Maria Antonietta di Borbone.

L’esilio formiano, oscurato alle cronache dell’epoca dalla presenza del Pontefice, finisce ad Aprile. Leopoldo II non si da pace e fa di tutto per tornare al trono, cercando tra l’altro di evitare inutili spargimenti di sangue. La lettera che segue, contenuta nel Decreto affisso in tutta la Toscana, ma firmato da Mola di Gaeta (oggi Formia), fa leva proprio sull’attaccamento dei suoi sudditi verso di lui, ed è in definitiva un inno d’amore verso la sua terra.

“Toscani Il Principe che per venticinque anni vi ha governato con cura ed affetto di padre che vi fece ricchi d istituzioni liberali e seppe conservar fede alle medesime anche quando l’improbità di faziosi osò convertirla a suo danno e non dubitò di anteporre i suoi doveri alla propria corona e l’esilio onorato ad un soglio contaminato dalla licenza e malignità soverchiante quel Principe torna ora a dirigere a voi la sua voce Voi l avete invocata voi stanchi delle violenze di pochi oppressori ammaestrati da breve ma penosa esperienza ravvivati a sensi di antica devozione dall’abuso inverecondo dei più cari nomi e delle cose più sante ascoltate ora e sempre questa voce E la Toscana questa gentil porzione d’Italia tornerà Dio soccorrendo in breve alla invidiata antica sua prosperità ” Leopoldo

Dato in Mola di Gaeta questo di 1 maggio 1849

Daniele E. Iadicicco

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