I De Camillis a Maranola ovvero la triste storia di Donna Francesca De Camillis Sparagna

Il piccolo borgo di Maranola ha avuto nella sua storia molti personaggi che si sono alternati nelle  vicende cittadine. Molti di questi vi arrivavano per vie matrimoniali unendo le loro storie a quelle locali.   E’ il caso della famiglia De Camillis di Ceprano.

Lo stemma dei De Camillis sul loro Palazzo in Rocca D’Arce

Di chiara notabilità, la famiglia è presente almeno dagli inizi del secolo XVII° a Ceprano, nell’allora Stato Pontificio.  Possiamo citare a tal riguardo agli inizi del 700 Don Filippo de Camlillis, professore di legge e nel 1734 Giovanni Francesco de Camillis di Ceprano, dottore medico di collegio presso la vicina, seppur già napoletana, Rocca d’Arce.

L’ingresso di Palazzo De Camillis a Rocca D’arce con stemma

I De Camillis si sviluppano così sia a Ceprano che  a Rocca d’Arce. In quest’ultimo paese diversi sono gli arcipreti parroci, il primo fu da 1736 al 1739 Don Pietro De Camillis, seguito agli inizi dell’800 da Don Luigi e Don Vincenzo.

Chiesa Santa Maria Assunta in Rocca D’Arce ove la famiglia aveva una Cappella in Ius Patronato

A Ceprano troviamo lo storico palazzo De Camillis, interessato ad un grande incendio nel periodo delle invasioni napoleoniche. Anche a Rocca d’Arce la famiglia possedeva un Palazzo oltre ad una Chiesa intitolata a Santa Maria del Monte. Sempre a  Rocca d’Arce avevano la cappella di Sant’Antonio in Ius Patronato al’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta.

A Maranola la famiglia ha una sua rappresentante per il matrimonio avvenuto nel 1839  tra Don Erasmantonio Sparagna e Donna Francesca Anna Raimonda De Camillis di Ceprano.

Donna Francesca era figlia del possidente Arduino de Camillis del fu Filippo e di Donna Felicia Vannucci. Matrimonio in grande stile per la già benestante famiglia Sparagna, pure di civica nobiltà.  Nel 1842 nacque la prima ed unica figlia alla coppia alla quale fu imposto il nome di  Rosa Chiara.  La felicità di Donna Francesca durò poco perché, dopo solo otto anni di matrimonio quando la piccola Rosa Chiara aveva solo sei anni Erasmantonio morì.

Una vedova erede di una buona famiglia sola con una figlia piccola avrebbe comunque attirato l’attenzione di molti e così passato il lutto dovuto al povero primo marito la soluzione fu trovata, come si usava un tempo, in famiglia.

Il 23 gennaio del 1851 Donna Francesca viene fatta sposare al nipote del marito, Crispino Sparagna figlio di don Luca e di Felicia Fajola. Aveva ben dieci anni in meno. Non possiamo ad oggi scoprire l’esatto rapporto di parentela ma doveva essere davvero molto stretto. Il vedovo della moglie viene nei documenti appellato come “suo avo”.  Per il matrimonio ci volle financhè assenso speciale del procuratore del Re.  Matrimonio d’amore o di convenienza? Chi può dirlo. Certo il giovane Crispino seppur discendente dalla stessa ed agiata famiglia degli Sparagna era il primo in tutta questa storia ad esercitare una professione, quella di sarto. Pure i suoi genitori risultano ancora possidenti, trattati don il “don” tanto per intenderci,  ma lui evidentemente non era titolare primario dell’eredità paterna e familiare. Così si coglieva di solito l’opportunità di non far finire il patrimonio familiare in mani estranee e di sistemare, risollevandolo socialmente, la posizione del Crispino, pur sposando una vedova madre di una figlia e dieci anni più anziana.

Le firma degli sposi e dei testimoni

Un po’ di serenità per Donna Francesca? Un nuovo marito e finalmente da li ad un anno anche l’arrivo di un erede maschio.  Il 5 febbraio del 1852 nasce il piccolo Arduino, a cui era stato imposto il nome del nonno materno.

Ma era destino per quella donna non riuscire a godere a pieno della vita, pure agiata, a cui era stata destinata e così quando il piccolo Arduino aveva poco più di un anno, Donna Francesca Anna Raimonda De Camillis morì. Era  martedì 15 marzo 1853 e Francesca aveva soli 29 anni.

Daniele Elpidio Iadicicco

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