La Battaglia di Mola del 1504 e la morte di Piero de’ Medici

Il regno di Napoli tra il 400 ed il 500 fu oggetto delle contese tra Spagna e Francia. Entrambi i sovrani pretendevano di aver diritti dinastici su quel Regno e ciò portò ad anni di guerre e dispute sanguinose.

Si cercò attraverso patti segreti una sorta di spartizione del Regno, mai di fatto attuata ed i francesi pian piano persero terreno davanti le pretese spagnole restando sotto il loro dominio solo Gaeta e Venosa sull’Adriatico.   Grazie all’appoggio di Onorato III Caetani rimasero sotto il dominio francese tutti i Castelli della zona:, Itri, Fondi, Traetto, Castellonorato, Roccaguglielma, Castelforte e Suio.

Il  29 dicembre 1503 i due eserciti si affrontano sul Garigliano. A capo degli spagnoli c’è l’abilissimo Gonzalo Fernández de Córdoba detto el Gran Capitán, ed a capo di quello francese il marchese di Saluzzo. I due schieramenti hanno molti soldati italiani al supporto e se per gli spagnoli c’è Prospero Colonna a tener manforte ai francesi troviamo addirittura Piero de’ Medici detto Il Fatuo.

I Francesi comandati da Pierre Terrail de Bayard ( Baiardo, conosciuto come il capitano senza paura) riescono per un po a tenere a bada gli spagnoli. I Francesi costruirono un Ponte sul Garigliano e dopo l’aspra battaglia inseguiti da Prospero Colonna si spinsero fino a Mola di Gaeta (oggi Formia).  Volendo traghettare tre cannoni ed avendo imbarcato troppi soldati la chiatta costruita per attraversare il Garigliano si rovesciò e morì per annegamento Piero de Medici, erede primogenito di Lorenzo Il magnifico.

La Battaglia arrivò sino a Mola di Gaeta. I Francesi temporeggiarono in città per dare la possibilità all’artiglieria, più lenta, di avanzare per non farla cadere in mani nemiche. In un primo momento i francesi potettero resistere ma sopraggiunta la cavalleria spagnola, che aveva utilizzato lo stesso ponte francese, dovettero ritirarsi.

La guerra fu significativa, aspra e cruenta  a Mola di Gaeta, molti i morti tra i militari tra cui  il Capitano delle Lance Bernardino Adorno, genovese.

Una parte dei francesi avanzò verso Itri, disperdendosi. Abbandonarono sul posto cavalli, bagagli anche armi. Molti si racconta furono presi e “spoliati” in seguito dai contadini della zona.

Un’altra parte di soldati si chiuse in Gaeta.  Consalvo radunò a Formia la sua truppa. Passarono li la notte, facendo accampare sembra cinquecento soldati tra Mola e Castellone. Il giorno dopo passarono a conquistare Gaeta, che cadde dopo poco nelle sue mani.  

Il giorno dopo la Battaglia del Garigliano fu pure recuperato il corpo nel fiume di Piero il fatuo.

Era stato costretto a lasciare Firenze in una delle “cacciate” dei Medici dalla città. Dal Re di Francia aveva avuto l’incarico di Governatore di Cassino. Per questo era stato coinvolto in questa fase della guerra a favore dei Francesi. Il corpo fu ripescato, come detto, il giorno dopo e portato a Cassino. Suo fratello Giovanni (il futuro Papa Leone X) anch’egli legato a Cassino, di cui era abate, lo fece seppellire presso l’abbazia.  Se il fratello aveva provveduto alla sepoltura, suo cugino divenuto Papa Clemente VII fece terminare la sua magnifica tomba da Francesco da Sangallo sul lato sinistro dell’altare di Montecassino.

Daniele Elpidio Iadicicco

La tomba di Piero de’ Medici a Montecassino
Lo stemma di casa Medici sulla tomba di Piero il fatuo
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