Quel Papa non era di ITRI

Giacomo e Pietro da Itri e la confusione circa la provenienza di Papa Ubano VI Prignano

Le vicende politiche intercorse tra il 1300 ed il 1400 in Italia sono sempre davvero complesse da raccontare e ricostruire. Matrimoni, intrighi, guerre, tradimenti crearono una trama così fitta da superare di lungo la fantasia di qualsiasi soapOpera di oggi.

Il primo personaggio che intercorre in questa storia è Pietro d’Itri. Appartenente al casato dei “De Renzi” fu Vescovo di Conversano (BA). A lui si deve la costruzione della magnifica cattedrale i cui lavori terminarono nel 1359. All’interno un affresco ne ricorda con tutta probabilità anche il volto.

In ginocchiato a destra della Vergine c’è Pietro d’Itri

Il ricordo di questo Vescovo è testimoniato anche dal suo stemma araldico con una lapide che sancisce la fine dei lavori sulla facciata all’ingresso della Cattedrale.

La lapide con lo Stemma di Pietro d’Itri

Questo stemma è quantomai importante per iniziare a sfatare un primo mito nato a Itri. Guardandolo si capisce a prima vista che si tratta dello stesso presente a Itri medioevale, in Vico Papa. Stemma ad Itri che assieme al Palazzo veniva attribuito a Papa Urbano VI.

Lo stemma di Pietro d’Itri sul Palazzo a Vico Papa ITRI

Il secondo personaggio da citare per affrontare con metro scientifico questa storia è Giacomo d’Itri. Nato nella prima metà del XIV sec. fu un personaggio di primo piano rispetto alla storia della Chiesa dell’epoca.

Impossibile in poche righe ricostruire la sua ricca biografia. In breve possiamo dire che fu Vescovo di Ischia, poi di Martirano ed infine Arcivescovo di Otranto. Fu anche nominato Patriarca latino di Costantinopoli.

Nel 1378 il nuovo conclave per scegliere il Pontefice si tenne finalmente a Roma. I romani fecero pressioni tutt’altro che pacifiche per ottenere dai Cardinali un Papa romano o quantomeno italiano.

I Cardinali furono di fatto segregati all’interno de conclave fino a che non riuscirono a soddisfare il popolo scegliendo Bartolomeo Prignano, che divenne appunto Urbano VI. Le storie di questi due personaggi si intrecciano qui. I Cardinali dovevano adempiere al rito dell’accettazione che prevede appunto l’accettazione dell’interessato al titolo di Papa. Prignano non faceva parte del Sacro Collegio e così inventarono uno stratagemma per farsi raggiungere senza che i fedeli potessero capire che fosse stato scelto lui.

Chiamarono tra i Cardinali sei “candidati”. Il popolo, che assediava di fatto il concistoro, non seppe quindi chi tra loro potesse divenire Papa. Uno dei sei era Prignano un’altro era Giacomo da Itri.

Possibile che nessuna cronaca dell’epoca riportasse che tra sei candidati Papi, due venivano dallo stesso piccolo paese?

Il probabile falso storico si creò forse qui. Quando le cronache storiche raccontano l’episodio citano i sei candidati Papi chiamandoli per cognome: Gentili, de Tartaris, Ammannati, Colonna, Prignano, d’Itri. Sia Prignano che d’Itri vengono sempre menzionati l’uno dopo l’altro.

I poco attenti scrittori ottocenteschi leggendo Prignano d’Itri, in questa sequenza, hanno forse pensato che Urbano venisse da Itri?

Poco dopo Giacomo passò ad appoggiare l’antipapa Clemente VII che grazie alle politiche antinapoletane di Urbano VI fu eletto con l’appoggio di Onorato Caetani a Fondi. Giacomo per ovvia appartenenza geografica conosceva bene Onorato, aveva anche trattato per il suo matrimonio, e fu uno dei grandi manovratori dell’elezione dell’antipapa.

Un Papa di Itri ed un antipapa eletto a Fondi, nelle stessa contea a pochi km di distanza. Possibile che neanche questa coincidenza fu notata da nessun libro di storia?

I Prignano, di origine toscana, erano scesi nel napoletano e si erano imparentati con le grandi famiglie dell’epoca. Erano stabili sin da 1200 in provincia di Salerno per essere possessori del feudo di Vatolla. I membri della famiglia godevano di nobiltà in Napoli fuori Seggio.

Mario Prignano,  caporedattore centrale del Tg1 pure discendente collaterale di papa Bartolomeo Prignano, nel suo splendido e coinvolgente libro “Urbano VI. Il papa che non doveva essere eletto” neanche prende in considerazione l’ipotesi della nascita del Papa a Itri, tracciando la storia di famiglia come detto tra Salerno e Napoli.

L’unico rapporto dei Prignano con il territorio avvenne proprio a seguito del pontificato di Urbano VI. Per punire del suo tradimento Onorato Caetani, il Papa assegnò le sue terre a suo nipote Francesco Prignano detto Butillo. Lo stesso divenne quindi nominalmente sia Conte di Fondi che signore di Gaeta. La maggior parte dei feudi e titoli assegnatogli dallo Zio non vennero mai confermati dal nuovo re di Napoli.

Insomma una storia complessa e molto avvincente come tutte le storie di quell’epoca che non offrono molti dubbi circa i natali del Prignano. Egli come molti della sua famiglia nacque a Napoli. Ci offre lo spunto per riflettere però su Pietro e Giacomo d’itri che ebbero ruoli importanti per l’epoca, personaggi di cui Itri può senz’altro vantarsi senza possibilità di smentite.

Daniele Elpidio iadicicco

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