Formia Anagrafe Censure ed Archivi

Succede che nell’Italia delle Privacy e del politicamente corretto a volte si esagera e si superano i limiti stessi imposti dalle leggi nazionali.

E’ il caso dell’ufficio anagrafe di Formia in cui si conservano, tra gli altri, gli atti di nascita, matrimonio e morte di tutti i cittadini. Ed è così da quando, in periodo napoleonico, ad inizio 800 fu istituita l’anagrafe.

Il problema è che nonostante la grande disponibilità e professionalità della responsabile Di Nitto, il Comune non riesce a mettere in ordine e rendere fruibili i registri anagrafici dividendo “la storia ” dal “contemporaneo”.

Per andare al sodo succede che al Comune di Formia è ancora ad oggi considerato “dato sensibile” e coperto da Privacy magari un atto di morte di un cittadino vissuto nel 700, e morto ad inizi 800. Questo piccolo dettaglio oltre a essere completamente fuori legge (si veda ad esempio cosa prevede il GDA dei Beni Culturali visibile qui) , impedisce lo studio e qualsiasi possibilità di ricerca da parte di storici, associazioni culturali e quanti dedicano i loro sforzi alla storia patria cittadina.

A riprova di quanto detto basti pensare che gli ARCHIVI DI STATO, praticamente in tutta Italia, hanno reso disponibile online tutte le copie dei registri anagrafici in loro possesso dal 1805 siano a circa il 1920 (ovviamente con buchi temporali più o meno importanti). E questo senza richieste, permessi, orari e senza passare dagli a volte troppo solerti addetti del Comune di Formia (visibile qui).

Se volessimo vedere, ad esempio, l’atto di nascita del grande Pasquale Mattej, dovremmo fare domanda come un qualsiasi atto di nascita personale. Tra l’altro non essendoci parentela magari potrebbe pure essere rifiutata. Questa settimana un addetto dell’anagrafe è arrivato a chiedere una autorizzazione addirittura del Sindaco per accedere ad un atto di nascita, datato pensate 1876.

La consultazione di dati pure sensibili è coperta da privacy sino ad un massimo di settantanni, tutto il resto è considerato Dato di archivio Storico. I faldoni che l’anagrafe detiene chiusi sotto chiave dovrebbero quindi finire nel fondo dell’Archivio Storico Comunale, tra l’altro molto frequentato, presso la Torre di Mola.

E qui arriva il bello perché al contempo l’Archivio storico comunale e la torre di Mola, conservano invece faldoni e dati incredibilmente sensibili. Ci si può qui imbattere, ad esempio, in tutto il fondo dell’Ex Comune, poi Circoscrizione, di Maranola. Atti relativi a parti, libretti di lavoro e corrispondenze. Tutto materiale del 900, che al contrario di quanto sopra detto, dovrebbe essere custodito al Comune, magari al posto dei faldoni segregati ottocenteschi. Anche qui solo la professionalità dell’addetto all’archivio Scotti impedisce a chiunque di ficcare il naso in documenti davvero personali, di persone ancora viventi.

Ma la ciliegina la si raggiunge se si raggiunge il piano superiore della Torre di Mola. Subito sopra al primo piano e all’interno della torre stessa, giacciono, praticamente occupando tutta la stanza (compreso il pavimento) i tredicimila volumi (o parte di essi) oggetto della donazione al Comune di Formia fatta nel 2013 dal benemerito Valentino Cattolico.

Oltre a non essere stati sistemati, ne resi fruibili, i libri abbandonati a se stessi si deteriorano e rappresentano una bomba ad orologeria per la torre stessa. Un incendio in quella stanza significherebbe la distruzione della torre.

Insomma un sistema di archiviazione e conservazione dei beni culturali e storici davvero tutto da rivedere.

Daniele E. Iadicicco

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