Itri: il punto su DERIVAZIONE DI ACQUA DA POZZI PRIVATI

Ecco quanto dichiarato dal Sindaco di Itri Avv. Fargiorgio sull’annoso problema della derivazione di acqua da pozzi privati:

Ritorno ancora una volta sulla vicenda relativa all’utilizzo dell’acqua, pubblica, derivata da alcuni pozzi privati, su cui negli ultimi 18 mesi in modo particolare si è appuntata l’attenzione dell’opinione pubblica.

Senza tema di smentita, ritengo di essere stato il primo Sindaco che abbia avuto il coraggio di affrontare una vicenda annosa e spinosa e di averlo fatto ponendo come obiettivo unico e prioritario il diritto dei cittadini a poter ricevere un servizio ineliminabile ed indispensabile. Ciò ha comportato l’adozione dell’ordinanza dell’8/02/2019 con cui ho intimato ai proprietari dei pozzi di continuare nell’erogazione dell’acqua, ravvisando disagi evidenti di natura anche sanitaria nell’eventuale cessazione del servizio. La mia ordinanza, tuttavia, è stata fraintesa quanto ad un suo ipotetico termine finale di efficacia che, di contro, nel provvedimento non c’è. Ho sentito a più riprese di una data di scadenza (31/12/2019) che in verità il provvedimento non reca e ciò ha generato alcune operazioni contrattuali che non sono in linea con i dettati normativi. Senza dimenticare che, ad ogni modo, l’inosservanza dell’ordinanza sindacale ha anche risvolti di altra natura, traducendosi nella violazione di uno specifico precetto penale, per coloro tra i titolari dei pozzi che pensassero di interrompere il servizio in mancanza di altri e diversi provvedimenti, sindacali e non.

Ancora in prossimità delle passate festività natalizie, sono intervenuto con uno dei titolari dei pozzi per evitare che si prolungasse una situazione di disservizio ed addirittura nel pomeriggio del 24 dicembre ho chiesto, ottenendola, la rassicurazione che il servizio fosse stato riattivato. Ciò dico per superare qualche inevitabile critica mossa da chi ha pensato (ed anche scritto), del tutto infondatamente tuttavia, che il Sindaco non si preoccupasse della vicenda.

In verità, la mia Amministrazione si è posta come obiettivo quello di risolvere questa anomalia tutta itrana, che vede una parte del territorio non raggiunta dal servizio idrico pubblico, ed in forza di questa determinazione ha fatto istituire, su propria richiesta, i tavoli tecnici necessari per la soluzione del problema. Nell’assumermi tutte le responsabilità connesse al mio ruolo, da cui altri sono rifuggiti, infatti, il 16/05/19 è stato istituito, per la prima volta in assoluto, un tavolo tecnico presso il Comune di Itri, cui sono intervenuti ben 3 tecnici della Provincia oltre ai titolari delle derivazioni interessate dai noti provvedimenti. E’ risultata invece assente la Regione Lazio, ancorché regolarmente invitata a partecipare. Da quel momento, ho ulteriormente implementato una serie di interlocuzioni a livello istituzionale, che mi hanno indotto in data 13/08/19 a richiedere e sollecitare un incontro sul tema, invitando Regione, Provincia, ATO 4 e Acqualatina SpA.

L’incontro si è tenuto a Roma, presso la Regione Lazio, il 13 settembre 2019. In quella occasione, ho diffusamente illustrato il problema, suggerendo una serie di soluzioni e trovando grande disponibilità in tutti gli attori istituzionali della vicenda. In quella sede abbiamo tutti convenuto sulla necessità (ed aggiungo obbligatorietà) della soluzione pubblica, che prevede l’ingresso del gestore idrico (Acqualatina), previa individuazione degli interventi anche strutturali da realizzarsi e loro approvazione nelle sedi competenti (ATO 4). Soluzione che, come ho precisato, non può tuttavia prescindere da un grosso impegno economico-finanziario, necessario per le eventuali attività di esproprio e sue consequenziali (pagamento indennità), per le quali non si può pensare che sia il Comune di Itri a sobbarcarsi l’onere. Spetta infatti alla Regione ed alla Provincia, nell’esercizio delle rispettive competenze, assicurare i mezzi finanziari necessari a rendere fattibile un tale tipo di operazione, che riguarderebbe oltre la rete idrica anche quella fognaria.

Ritengo sia stato tuttavia importantissimo aver acquisito la disponibilità di Acqualatina a fare tutti gli interventi di propria competenza, avviando così un percorso che condurrà a risolvere la problematica su basi pubblicistiche.

Nel corrente mese di gennaio, saremo nuovamente in Regione per avviare la sottoscrizione di un accordo di programma, in cui saranno scanditi tutti i passi necessari e fissate le competenze di ciascun Ente (Regione, Provincia, Comune, Acqualatina).

L’accordo servirà soprattutto a fissare le regole da osservarsi nel periodo transitorio, quello che condurrà alla definitiva soluzione pubblica, periodo che potrebbe essere più o meno lungo, non potendosi a priori escludere iniziative giudiziarie da parte degli interessati.

Andrà allora appositamente disciplinato il servizio nelle more del subentro del gestore pubblico, per evitare che i cittadini possano subire interruzioni nell’approvvigionamento. E quella fase andrà necessariamente gestita con la presenza dell’Ente pubblico (non necessariamente il Comune, ma anche la Provincia o la Regione), senza rimettere il tutto all’operato dei privati, nei cui atti regolamentari non ho notato la pur da me richiesta inclusione del Comune di Itri come membro o socio di diritto. Nell’incontro tenutosi in Regione (e chi era presente può tranquillamente confermarlo), ho infatti detto che appare assolutamente necessario che in ogni singola compagine il Comune di Itri sia presente come membro di diritto. Non solo; ho ribadito che nei singoli atti costitutivi debba essere prevista una clausola di gradimento che consenta all’Amministrazione comunale, o ad altra Autorità sovraordinata, di poter controllare le dinamiche contrattuali, potenzialmente pregiudizievoli per gli utenti finali.

Ciò appare ora quanto mai necessario proprio in vista del perfezionamento delle procedure pubbliche necessarie a porre fine a questa vicenda.

Da ultimo, ma per evitare primogeniture che vedo già da altri accampare, ricordo che l’Amministrazione da me condotta: a) è stata la prima che ha affrontato il problema in maniera decisa, portandola nei necessari tavoli tecnici ed istituzionali; b) è stata la prima, e l’unica, che ha avviato operazioni di recupero della TOSAP (tassa occupazione suolo pubblico, giacché le condotte attraversano terreni di proprietà comunale, in forza di autorizzazioni da altri precedentemente rilasciate); c) non ha esitato a prendere posizione anche nei procedimenti giudiziari già avviati ad opera dei titolari dei pozzi, e tuttora pendenti, costituendosi in giudizio nelle competenti sedi.

Ritengo che la posizione da me espressa nei tanti incontri con gli utenti, ed anche nella riunione pubblica del 25 luglio 2019 oltreché in vari Consigli Comunali, sia stata e sia molto chiara e non si presti ad equivoci o fraintendimenti. Ho inteso tracciare una strada per risolvere nel rispetto della legge un problema atavico per il nostro territorio e mi sono impegnato a farlo senza fare sconti a nessuno.

Il Sindaco
Avv. Antonio Fargiorgio

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