Un sito unico – Monte Orlando

di Lino Sorabella

La collina di monte Orlando, alta 171 metri sul livello del mare, è uno scrigno di notevole valore ambientale, paesistico, archeologico e militare. Uno spazio verde da vivere più e più volte, sia se si è residenti nel golfo di Gaeta, sia se si raggiunge il territorio come turisti. Le diverse chiavi di lettura del Parco Regionale di Monte Orlando propongono un concentrato unico nel suo genere. Partiamo dagli aspetti geologici tra cui alcuni fossili affioranti (oltre al Museo Geopaleontologico nella polveriera Ferdinando); passiamo per la macchia mediterranea che è padrona dell’intero territorio, accogliendo anche infiorescenze rare, oltre a dare rifugio ad innumerevoli specie animali tra cui una straordinaria avifauna. Il verde della collina tende ad occultare una serie di strutture archeologiche, in primis le innumerevoli cisterne per l’acqua: a partire da quelle costruite da Lucio Munazio Planco due millenni fa (oggi ancora ben impermeabilizzate al loro interno), passando per quelle realizzate nel piano delle fortificazioni borboniche, fino ad arrivare a manufatti della seconda guerra mondiale e ai serbatoi di carburante disegnati da Pierluigi Nervi. L’intera collina è cinta da mura di difesa e postazioni militari, dall’epoca di Ferdinando il Cattolico e Carlo V (i quali inglobano monte Orlando nella fortezza di Gaeta), al tempo di Ferdinando IV di Borbone (le tre polveriere), alla fine dell’Ottocento con il Piano di Difesa dell’Italia (batterie monte Orlando superiore e inferiore), oltre alle postazioni italiane e tedesche del secondo conflitto mondiale. Proprio sulle mura di Gaeta, sono sepolti due valorosi comandanti degli eserciti contrapposti dell’assedio del 1806: Luigi Phillipsthal principe d’Assia, comandante della fortezza di Gaeta nell’assedio del 1806 (lapide di derivazione canoviana?) e, sullo stesso tratto di mura, la tomba del generale francese Giuseppe Vallongue. Adiacente alle due sepolture è un monumento commemorativo di tutti i caduti dell’ultimo assedio, da ambo gli schieramenti. A tutto questo va aggiunto che nel monte Orlando ricade anche il luogo più visitato di tutta la provincia di Latina, ovvero il santuario della Trinità alla Montagna Spaccata con le sue storie di fede che traggono origine dalla morte di Cristo, secondo il vangelo di Matteo, con la rottura delle rocce e la genesi delle tre fenditure: la montagna spaccata ricca di significati religiosi, ma anche di tradizioni laiche come la cosiddetta mano del turco; la grotta del turco, uno scenografico arcone naturale nel mare, visitabile solo in parte dall’interno del santuario; la terza fenditura, visibile solo dal mare. Corona la collina il mausoleo di Lucio Munazio Planco, una delle tombe romane meglio conservate al mondo. Accanto al tumulo del console romano vi è il faro di Gaeta, tra i più alti del Mediterraneo (un fascio di luce che genera sensazioni uniche in una eventuale visita notturna). Lungo il percorso è possibile ammirare panoramiche mozzafiato delle falesie: pareti a picco sul mare che caratterizzano buona parte della collina. Nelle giornate di ottima visibilità dalla sommità di monte Orlando si possono ammirare una serie di territori dell’arco costiero: il promontorio del Circeo, le isole ponziane (Palmarola, Zannone, Ponza, Ventotene e Santo Stefano), Ischia, Capri, la costa campana e il Vesuvio.

Addentrarsi, rigorosamente a piedi o in bicicletta, nel Parco di Monte Orlando, significa effettuare un viaggio mentale e/o spirituale, durante il quale estraniarsi dalla realtà urbana e dai rumori stradali, per ritrovare se stessi e immergersi con la fantasia verso altre epoche o ambientazioni, magari in buona compagnia, lasciando a casa, o in tasca, gli strumenti tecnologici.

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