Don Giuseppe Jannitti, pittore, filosofo e carbonaro

di Daniele E. Iadicicco

Giuseppe Jannitti nacque a Gaeta attorno al 1765. Era figlio di Andrea Jannitti (all’epoca il cognome era trascritto anche Iannitto, Iannito, Ianiti). Suo padre Andrea Jannitti, abitava con la famiglia presso la Chiesa di San Giacono. I fratelli del padre erano Gerolamo (padrone di una tartana da pesca) ed il reverendo Don Gregorio. Nella metà del 700 la famiglia Jannitti espresse a Gaeta diversi altri uomini di Chiesa come: Don Candeloro, ed i fratelli clerici Martino e Marco Jannitti.
Una vita avventurosa quanto impegnata quella di Don Giuseppe. Viene ricordato come esperto miniaturista, di lui si sa inoltre che studiò filosofia tanto da diventare professore in tale materia. Si avvicinò sin da giovanissimo alle organizzazioni carbonare o comunque filoliberali. Questo lo portò sotto la lente di ingradimento della polizia borbonica, attenta ai sostenitori delle nuove idee liberali.
Idee che Don Giuseppe potette esprimere al tempo della prima conquista napoleonica del Regno di Napoli.
Tornati i Borbone sul trono di Napoli Don Giuseppe dovette subire una dura repressione. Fu difatti esiliato a vita dal Regno.
Dall’elenco fornito dal testo “Filiazioni de’ rei di Stato condannati dalla Suprema giunta di Stato” del 1800 possiamo certificare tale condanna. Curioso è che l’elenco di esiliati fornito in questo libro, è foriero anche di informazioni sull’aspetto fisico dei condannati, così da farne un’identikit di polizia. Don Giuseppe ci viene dipinto come un uomo sul metro e sessanta, capelli neri, occhi castani con due cicatrici sulla parte sinistra del mento e sulla fronte, naso piccolo ed incavato.
Mandati in esilio da Gaeta anche Giovanni Bausan, Marta Maria Pasciuto, Erasmo Antonio Jannitti, Gaetano d’Ischia, Nicola Rosato, Francesco Trotta, Nicola Zaffarano e Don Giovanni Lanna di Castellone (figlio di fornai immigrati da Venezia a Formia).
Se il Bausan al ritorno dei francesi divenne Barone, Don Giuseppe Jannitti tornato a Gaeta divenne vicario generale della Diocesi di Gaeta e, nel 1808, fu nominato da Re Giuseppe Bonaparte addirittura Cavaliere. Assieme a lui furono investiti di questo titolo anche il sottointendente di Gaeta Flach, il canonico Onorato Mazzella di Fondi ed il sacerdote Francesco Antonio Pezzuca di Itri.

Città:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *