Gli Sciascia: a cento anni dalla nascita di Leonardo

L’otto di Gennaio del 1921 nasceva a Racalmuto (AG) lo scrittore Leonardo Sciascia

L’origine del cognome Sciascia non è chiara. Una prima versione vuole che Sciascia, ovvero Xaxa, venga dall’arabo Sasah, “velo del capo” con il quale ci si avvolge il turbante. La seconda versione è quella che Sciascia sia una corruzione ipocoristica del nome di persona “Rosaria”. Delle due versioni (1), la prima è più accreditata. La famiglia Xaxa, transitata dalla Spagna, si è poi diffusa in tutta la Sicilia divenendo Sciascia.

Con il cognome originario Xaxa esistette anche un ramo nobile. . L’ultimo di questa famiglia fu Antonino Xaxa,  barone di San Carlo, senatore di Palermo nel 1824.  Lo stemma qui proposto appartenne proprio a questo ramo (2). Se il il ramo nobile degli Xaxa fiorì sino a quasi fine 800, la famiglia Sciascia si era già ampiamente diffusa nel XVIII secolo, non si hanno dunque elementi di una comune discendenza.

La storia che vogliamo raccontare oggi ha un’origine diversa. Siamo nella valle di Girgenti e l’anno del signore è il 1777. Nel piccolo paese di Racalmuto (3) nasce Calogero Sciascia.

Via Madonna della Rocca, Racalmuto

Calogero cresce nel piccolo paese e segue la tradizione di famiglia divenendo Conciapelle. Si sposa con una ragazza del suo paese, Franca (4) Scibetta. La coppia mette su famiglia e va a vivere in un quartino presso la strada della Madonna della Rocca. Tra i figli della coppia nel 1810 nasce Pasquale.  Mastro Calogero crescendo gli insegna le basi del mestiere e Pasquale non ha difficoltà a divenire a sua volta Conciapelle. Compiuti venticinque anni, conosce una ragazza del paese e decide di sposarla, il suo nome è Angela. Maria Angela è la figlia di maestro Giuseppe Alfieri e di Dorotea Maida, ha otto anni meno di lui. E’ Giovedì 20 del mese di agosto del 1835 quando Pasquale e Angela si sposano. La coppia va a vivere assieme ai genitori dello sposo.

La vita doveva ancora riservare agli Sciascia, come a tutto il paese una grande sopresa che avrebbe di nuovo cambiato tutto.

Le firme di Pasquale e Calogero, bisnonno e trisavolo di Leonardo Sciascia

Attorno agli anni 50 dell’800 viene scoperto un  grande giacimento di zolfo che presto diverrà la famosa miniera di Gibellini di Racalmuto. Un cambiamento radicale per il paese e per  tutta la valle per le possibilità di lavoro insite nella scoperta. Anche il nostro Pasquale Sciascia decide di seguire questa ondata di cambiamento e diviene “solfatàio”. Si cambia lavoro e si cambiano le tradizioni. Quella che a quel tempo fu una novità si trasformò nel nuovo mestiere da tramandare in casa Sciascia, e non solo.

Sedici anni dopo il matrimonio tra Pasquale e Angela nasce il piccolo Leonardo Sciascia. E’ il dodici di gennaio del 1851. Quel bambino e quel nome che oggi tanto ci comunicano non era altro che l’omonimo nonno del grande scrittore Leonardo.

Nonno Leonardo ( morto nel 1928) lavorò nella miniera di zolfo, come dopo di lui fece suo figlio Pasquale. Tre generazioni votate a quel lavoro duro e logorante. Pasquale Sciascia cresce e sposa Genoeffa Martorelli. Di li la vita e la famiglia cresce. La coppia ha tre figli. Il primo, nato l’8 di gennaio del 1921, viene chiamato come suo nonno: Leonardo. Quel piccolo bimbo diventerà tra i più grandi intellettuali del secondo novecento. Scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d’arte e insegnante fu soprattutto un libero pensatore.

L’autore de “Il giorno della civetta ” si sposò nel 1944. Sua moglie Maria Andronico nata nel 1922,  era la maestra elementare del paese.
Leonardo e Maria hanno due figlie Laura e Anna Maria. Nel 1948 muore il fratello di Leonardo, Giuseppe suicidandosi.

A cento anni dalla sua nascita ricordiamo i suoi grandi lavori letterari, intramontabili e sempre attuali, tra cui: Il giorno della civetta, Einaudi, Torino 1961; Pirandello e la Sicilia, Salvatore Sciascia, Caltanissetta-Roma 1961; A ciascuno il suo, Einaudi, Torino 1966; Todo modo, Einaudi, Torino 1974; La scomparsa di Majorana, Einaudi, Torino 1975.

Tombe di Leonardo Sciascia e della moglie nel cimitero di Racalmuto

Leonardo Sciascia oltre che alla letteratura si dedicò ed appassionò di politica e si impegnò a livello civile. Fu deputato per il Partito Radicale ed eurodeputato. Per primo criticò i “professionisti dell’anti Mafia” attirando su di se violente critiche.

Il 20 novembre 1989 Leonardo Sciascia muore a Palermo. Sua moglie lo seguirà solo nel 2009. La coppia è sepolta nel cimitero di Racalmuto dalle cui radici lo scrittore non si è voluto mai separare.

Daniele Elpidio Iadicicco

  1. Entrambe le versioni sono state chiarite dai prof.ri  Marcato e Caffarelli nell’opera “ I Cognomi d’Italia” Utet, 2008
  2. Lo stemma è stato riportato da Antonino Mango di Casalgerardo nel suo Il nobiliario di Sicilia, Palermo 1912
  3. Piccolo paese oggi di 8000 abitanti a 25 km da Agrigento
  4. Il nome non è chiaro nei registri anagrafici
Albero genealogico patrilineare di Leonardo Sciascia

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