IL ” PONTE TIRENUS ” E CICERONE

Cicerone oltre a possedere la Villa nel Formianum, era proprietario di numerose altre ville nel Lazio e in Campania.
Aveva una Domus al Palatino , la sua casa natale ad Arpino e ville al Tusculanum , ad Astura vicino Anzio, a Formia, a Pozzuoli , a Pompei, a Sinuessa, a Cuma e forse altre ancora.

Nel suo girovagare tra queste suddette proprietà , un giorno , di ritorno dalla sua casa presso Sinuessa ( oggi Mondragone) e diretto ad Arpino, gli capitò di attraversare il fiume Liris ( oggi Garigliano ) passando su un ponte romano che si trovava a Minturno : Il Pons Tirenus

Le notizie ci pervengono da una sua lettera scritta ad Attico da Aquino il 10 novembre del 44 a. C. , nella epistula XVI, 13 quando, partito da Sinuessa e diretto ad Arpino, scrisse :

” V Id. cum ante lucem de Sinuessano surrexissem venissemque diliculo ad pontem Tirenum qui est Minturnis, in quo flexus est ad iter Arpinas “

Ossia:

” Il giorno 9, dopo essermi alzato prima dell’alba, per partire dalla casa presso Sinuessa, e dopo essere giunto, sul far del giorno, al ponte Tirreno che si trova a Minturno, dove si gira per prendere la strada di Arpino “

Il Ponte Tirenus fu distrutto dai Goti e ricostruito successivamente in legno dai Re Aragonesi . Di nuovo distrutto , fu rifatto sempre in legno nel 1503 , per essere poi rovinato dai Turchi nel 1532.
Nel 1537 , andato completamente distrutto fu sostituito da una ” scafa ” , una zattera tirata da corde per l’attraversamento del Liris.

Il pedaggio per l’uso della “scafa” era gratuito per i locali, ma non per i forestieri.

Le varie ” scafe ” del basso Garigliano scomparvero quasi tutte nel 1832 con il Ponte in ferro fatto costruire a Minturno da Ferdinando Il di Borbone con incarico progettuale all’ing. Luigi Giura.

La foto che ritrae Cicerone è riferita alla testa dell’0ratore trafugata dal nostro Museo di Formia anni addietro.

Raffaele Capolino

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