Gregorio Mastantuono una vita al servizio di Castellonorato

di Daniele Elpidio Iadicicco

La vita di un uomo per spiegare il funzionamento amministrativo delle nostre città nell’800 e per testimoniare la dura vita familiare che i nostri avi erano chiamati ad affrontare.

Il primo di ottobre del 1798 nasceva a Castellonorato Gregorio Mastantuono figlio di Marco, proprietario, nato nel 1755 e di Annamaria Rossi, nata nel 1756.  Una vita quella di Gregorio molto impegnata a livello lavorativo quanto tragica a livello personale.   

Il 18 di maggio del 1817 sposa a Castellonorato nella Chiesa di Santa Caterina Vincenza Pecorino. La sposa, nata nel 1795 aveva ben 4 anni più dello sposo. Vincenza era figlia di Antonio (nato nel 1755) ed Elisabetta De Meo (nata nel 1764).  E’ il primo atto che riguarda Gregorio in cui si piò leggere la sua professione.  Gregorio all’epoca faceva lo “Scribente”, che non è lo scrivano come si potrebbe pensare ma è il “segretario”. Nel caso in esame Gregorio risultava dunque essere il segretario comunale di Castellonorato. Un mestiere di rilievo e di spicco per la società dell’epoca che vedeva la maggior parte degli abitanti completamente analfabeti.

La coppia dà alla luce diversi figli, tra cui Caterina, nata il sedici di novembre del 1820  e, nel 1821, Gabriele. La pace della famiglia viene interrotta ben presto perché il piccolo Gabriele muore appena 15 giorni dopo la nascita. Un evento molto pesante anche oggi che all’epoca purtroppo era assolutamente comune.  

Pochi anni dopo, ed esattamente il 20 gennaio del 1829 muore anche Vincenza. Il nostro Gregorio si trova solo con dei figli piccoli da accudire.  Una condizione insostenibile per l’epoca che lo portano di li ad un anno a risposarsi. Lo fa con un’altra vedova. E’ il 4 marzo del 1830 e Gregorio sposa in seconde nozze Maria De Meo (vedova di Romualdo Tomao).

Anche in questo caso il destino è contro il nostro Gregorio e solo due anni dopo il 13 agosto del 1832 muore pure Maria, a soli 26 anni, assieme al figlio che aveva appena messo alla luce. E’ il secondo figlio e la seconda moglie che Gregorio vede morire.

Il destino sembra però cambiare per lui a livello personale. Dal 1833 sino al 1839 (circa) Gregorio diviene l’   “eletto” di Castellonorato. Adesso occorre fare un piccolo inciso per spiegare cosa era un “eletto”. Assieme alla figura del Sindaco nei comuni veniva votato anche un Eletto. A differenza del Sindaco l’eletto diveniva Ufficiale di Stato Civile e copriva altre importanti funzioni politico e amministrative. Qualcuno vuole paragonare questa figura al Consigliere Comunale ma è riduttivo, avendo anche delle funzioni che oggi sono proprie dei dirigenti. Nei comuni come Castellonorato ad esempio l’eletto era uno solo ed era candidabile per censo.    Occorreva avere una certa rendita annuale personale per essere eletto e questo per la semplice ragione che le cariche pubbliche venivano svolte gratuitamente. Di conseguenza chi si occupava della “cosa pubblica” doveva poter contare su altre rendite. I Borbone permisero l’estensione dell’eleggibilità a tutte le classi sociali mantenendo comunque la regola del censo. Una curiosità, l’eletto dopo Gregorio Mastantuono fu Biagio Massa. Lo stesso che venne ucciso dai rivoluzionari borbonici nel 1862.

Ad un anno dalla morte della seconda moglie Gregorio ci riprova. Nel 1833 si sposa in terzo letto con Mariangela Zinicola. Era vedova di un altro Mastantuono (facile che fosse pure sua parente). Questa volta, essendo all’epoca Gregorio anche l’Eletto del Paese per sposarsi non avrebbe potuto registrare legalmente da solo le sue nozze. In allegato alle pratiche del matrimonio si conserva una lettera del procuratore del Re, Mattei, che autorizza il Sindaco per l’occasione a supplire nelle funzioni di Ufficiale di Stato Civile.

Il procuratore del Re scrive al Sindaco per il terzo matrimonio di Gregorio

Con Mariangela ha diversi figli tra cui Filomena e nel 1844 Marco Salvatore (Gregorio aveva rinnovato il nome di suo padre).

Alla nascita del figlio Marco troviamo Gregorio descritto con un altro lavoro. Era all’epoca “aiutante di cavalleria”. Forse un incarico temporaneo o comunque di tipo amministrativo che ne testimoniano le grandi capacità personali ed il dinamismo lavorativo in un’epoca dove difficilmente nell’arco della vita si cambiava lavoro.

Il destino riservava ancora soprese per Gregorio. Tanto entusiasmanti a livello lavorativo quanto tragiche a livello personale. Il 9 di settembre del 1861 muore a Castellonorato il figlio Marco di 17 anni. Non possiamo sapere oggi di cosa morì. Si può notare la prossimità con i fatti risorgimentali (il tremendo assedio di Gaeta era finito solo il 13 marzo di quell’anno) ma nulla circa la sua morte si può dire oggi.  Gregorio che all’epoca della morte del figlio aveva ben 63 anni viene censito con un quarto mestiere. Era a fine carriera divenuto il Cancelliere di Castellonorato. Il Cancelliere era secondo solo al Giudice (Conciliatore) che era nominato dal Re ogni anno. Aveva ricoperto tutti i gradini del servizio pubblico cittadino arrivando al massimo che si potesse ambire.

Una vita ricca di soddisfazioni personali quanto carica di tragici eventi. Come già sottolineato però i tanti lutti erano una condizione quasi comune per l’uomo dell’epoca. Condizione che Gregorio seppe superare lavorando per la sua comunità.   

Gregorio era il mio sestavolo. Sua figlia Caterina era difatti la nonna della nonna di mia nonna Immacolata.

Daniele Elpidio Iadicicco

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