19 MAGGIO 1944: GLI ALLEATI GIUNGONO A ITRI

di Orazio Ruggieri

ITRI –
76 anni fa, precisamente il 19 di maggio del 1944, dopo aver
superato gli ostacoli frenanti rappresentati dalla Linea Gustav, gli
avamposti delle truppe Alleate entravano nel paese di Itri,
liberandolo dalla presenza delle truppe occupanti. Il centro aurunco
potè, così, assaporare la gioia della riconquistata libertà con un
certo anticipo sul resto della Penisola centro-settentrionale, dove,
specie sulla dorsale appenninica, i Tedeschi tentarono, con la Linea
Gotica, l’ultima inutile resistenza all’avanzata degli eserciti delle
democrazie, supportati, in quelle zone, dal contributo armato e
strategico dei partigiani. Ebbene, rifuggendo dal protocollo a volte
logorroico delle celebrazioni che finora hanno caratterizzato
quell’alba radiosa, ci piace ricordare, per quanto riguarda le pagine
epiche che hanno caratterizzato i momenti delle sofferenze degli
Itrani, la figura di una personaggio cui finora il paradigma delle
commemorazioni ha dedicato poco se non alcuno spazio. Ci riferiamo al
dott. Angelo Augusto Saranieri, figura dalla versatile e sempre
meritevole valenza, che, nel travagliato periodo bellico,  fu
investito dell’oneroso incarico di Commissario Straordinario del
comune di Itri. Il dott. Saranieri amò il suo paese con l’intensità
tanto particolare di chi venera un qualcosa che per lui sa di sacro.
Dopo aver contribuito a favorirne la crescita culturale e sociale,
dopo aver lasciato una testimonianza urbanistica, con la realizzazione
del “palazzo” che ancora oggi attira l’interesse di tanti turisti o
passanti in genere, dopo aver mostrato concretamente la sua vocazione
a porsi all’autentico servizio degli altri, visitando gratuitamente
ammalati di Itri, di Campodimele e di Sperlonga, dopo aver acquistato
di tasca sua strumentazioni  donate a una struttura clinica operativa
in quel di Formia, fu un autentico eroe anche nel delicatissimo
incarico amministrativo per nulla ricercato ma impostogli dai vertici
provinciali, ben consci delle qualità gestionali e, soprattutto, umane
che il professionista aveva da sempre manifestato. E, rinviando il
racconto biografico del percorso esistenziale del dott. Saranieri a
tra qualche giorno, quando Nieri (nella foto), uno dei sei figli, al
quale ci siamo rivolti per avere dati certi, ci farà pervenire un
dettagliato anche se sintetico profilo della vita e dell’opera del
papà, ci piace ricordare, in occasione della ricorrenza della
Liberazione di Itri, un episodio, forse poco noto ai più e sicuramente
sconosciuto alla generazione delle linea verde, che vide l’allora
Commissario Straordinario Angelo Augusto Saranieri coraggioso e
ammirevole protagonista. Di fronte ai morsi della fame che dilaniavano
la popolazione itrana, letteralmente allo stremo per la mancanza di
cibo, il dott. Saranieri, in spregio dei rischi che il gesto
comportava e che, infatti, gli procurò l’arresto e il processo con la
possibilità della fucilazione, nei pressi dello scalo ferroviario di
Itri, “dirottò” un carico di grano, destinato ad altri scopi, nel
paese, dove la gente si rifornì quasi come una manna autenticamente
discesa dal cielo. Imputato e condotto davanti a un tribunale, con il
rischio serio di una condanna a morte tramite fucilazione, fu salvato
solo per l’intervento massiccio di quanti testimoniarono la bontà del
gesto tanto generoso e autenticamente umano.  Ma di questo e di altre
iniziative avremo modo di parlare, scorrendo le righe della sua
concisa ma esaustiva biografia. Resta solo l’amarezza di tante persone
che, avendoci segnalato l’azione del dott. Saranieri, si chiedono come
mai Itri non gli abbia dedicato finora l’intitolazione di una strada,
di una piazza, di un parco o di una struttura socio-culturale. Che non
sia, questa, la volta buona?

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