Clelia Maria CristinaRusso, la serva di Dio sofferente nata a Gaeta

Il 25 novembre 1845 il Sindaco Albani di Gaeta registra la nascita di una bimba nata a Gaeta in via del Porto. Nasce all’ una e mezzo di notte e lo stesso 25 le viene pure impartito il battesimo dal parroco di San Giovanni Evangelista. Le viene impartito il nome di Clelia Maria Cristina.

Il padre di questa bimba era Don Pasquale Russo di Napoli, all’epoca cinquantaduenne Tenente Colonnello comandante di Artiglieria a Gaeta. Il futuro Generale Russo, cavaliere dell’Ordine di San Giorgio della Riunione, si distinse particolarmente prima in Puglia e poi nella resistenza del 1860/61 andando a comandare la piazzaforte di Messina.

Lo stemma dei Marchesi Gadaleta

La madre della nascitura era invece donna Gaetana Gadaleta dei Marchesi di Martano e Calimera. I nobili Gadaleta sono dal XIV secolo ricordati a Trani, come famiglia patrizia aggregata al seggio di san Marco ed a Molfetta, come famiglia nobile. Dal 1637 accettata nell’ordine di Malta divenne a Bisceglie Marchese di Roseto (per successione dalla famiglia Bufis). Nel 1748 Sebastiano Gadaleta, morto nel 1792, comprò i feudi di Martano e Calimera per 50 mila ducati, ottenendo per se e la sua famiglia il titolo di Marchesi su quei due feudi.

L’atto di nascita di Clelia

Clelia Maria Cristina era la sedicesima figlia della coppia e non godette di ottima salute. Soggetta a diversi spostamenti per i trambusti risorgimentali al quale il padre era soggetto, la famiglia si stabili a Napoli.
Durante questo periodo l’adolescente Clelia si avvicinò molto agli studi ed alla fede. Frequentando per quel che la sua salute le permetteva il Regio Educandato dei Miracoli di Napoli. La malattia peggiorò ed l resto della vita di Clelia fu consumata a casa tra letto e preghiere.

Non mancarono al suo fianco padri spirituali di rilievo, come leggiamo da Antonio Borrelli nel suo “Serva di Dio Clelia Maria Russo Laica sofferente”: “L’assistettero spiritualmente tutta una schiera di ottimi sacerdoti di gran fama, il canonico Francesco Minervino, l’agostiniano padre Mariano Amodei, don Federico Pizza poi arcivescovo di Manfredonia, don Alessandro Gicca, don Vincenzo Sarnelli poi arcivescovo di Napoli ed altri.”

Presto la sua fama di santità ammantò Napoli. E così ogni giorno moltissime erano le persone che aspettavano pazienti per andarla a trovare, per chiederle consiglio o essere semplicemente aiutati. A nessuno rifiutava visita e nessuno andava via senza che la sua compassione potesse fargli da guida.

Era mercoledì 27 agosto 1903 quando nella sua casa di Napoli rese l’anima a Dio. Fu seppellita presso la cappella dell’ Arciconfraternita dei nobili della vita dei figli di Maria SS. del Carmelo. Come spesso succede in questi casi i fedeli stessi a gran voce chiesero la sua canonizzazione. Il 15 marzo 1906 fu effettuata la ricognizione canonica dei suoi resti. E così Clelia Maria Cristina, quella bimba nata a Gaeta cinquantotto anni prima fu dichiarata Serva di Dio. Dal 1924 il Vaticano ha aperto la sua causa di beatificazione.

Daniele Elpidio Iadicicco

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