La rivolta delle seconde case

In questi tempi di limitazioni, decreti e restrizioni stiamo vivendo una nuova normalità, che nessuno avrebbe mai pensato possibile sino a qualche mese fa.

Il nostro territorio, come tutte le città turistiche, è da anni soggetto ad un fenomeno mai risolto: le finte residenze. Con l’aumentare costante delle imposte sui beni immobili i pochi che hanno deciso di mantenere delle case “al mare” lo hanno fatto spostando in maniera fittizia la propria residenza.

Un coniuge in città ed un coniuge al mare. Così se non bastassero le separazioni reali tra coniugi intercorrono anche quelle solo a scopi fiscali. Certo perchè con la residenza cade l’obbligo di pagare l’IMU, le imposte su immondizia ed il pagamento sulle utenze risultano notevolmente agevolate.

Nessuno poteva però immaginare che le città fossero blindate e che gli spostamenti divenissero interdetti. Molte le città costiere che per scongiurare il ritorno dalle grandi città degli “stagionali” invocano controlli estremi e chiusure delle città di stile medioevale.

Ma la prospettiva è sbagliata. Primo perchè a persona con la residenza non si può impedire di raggiungere casa e secondo perchè nella maggior parte delle famiglie si preferisce rimanere tutti uniti e sopratutto nelle proprie città.

Ed ecco che la trappola della seconda casa scatta. Le persone che non hanno motivi lavorativi per uscire sono di fatto carcerate in casa. Avendo la residenza in comuni distanti e non avendo altre scusanti rischierebbero la denuncia a qualsiasi posto di blocco. Molte le persone recluse tra Napoli e Roma sulla carta residenti nel Golfo.

Si spera che in futuro si possa rivedere tutto il sistema per non creare queste storpiature. Da una parte non permettendo finte residenze dall’altra non trattando da “mucche da spremere” chi ha seconde case.

Daniele E. Iadicicco

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