Gaeta: crollata la cappella dei nobili

Ogni storia per quanto secolare e gloriosa ha una sua fine. E così anche per molte storiche famiglie nobili di Gaeta, il tempo ha riservato un destino molto variegato, spesso distante dai fasti del passato.

Sebastiano Conca – Madonna con le anime purganti

Uno dei segni tangibili del passaggio di tanti personaggi rilevanti, spesso legati alla storia stessa della città di Gaeta è la Cappella dei nobili, presso il Cimitero comunale.

Se palazzi e proprietà sono passate di mano in mano nei secoli, ed hanno ormai perso il loro aspetto originale, l’unica testimonianza ancora fedele era rappresentata dalla Cappella dei nobili di Gaeta, edificata sotto il titolo di “Arciconfraternita in orazione e morte” . Oltre a luogo di preghiera e raccoglimento per parenti e discendenti, la Cappella era un vero gioiello architettonico. Di forma poligonale rappresentava un interessante quanto unico monumento cittadino.

Tra le prime ad essere edificate nel Cimitero di Gaeta conservava le spoglie mortali di membri delle più influenti famiglie nobili cittadine, tra cui: i Gattola, i Patroni Griffi, i De Vio, i Conca, gli Alleva sino a famiglie acquisite come i De Giorgi o i Colavolpe di Formia. La Cappella era inoltre decorata da una preziosissima opera del pittore Sebastiano Conca da Gaeta ( 1680 –1764). Si tratta della “Madonna con le anime purganti”. L’opera fu trasferita per la sua conservazione prima presso la Chiesa della Sorresca, ed infine presso il Museo Diocesano di Gaeta, prima di essere stata restaurata dalla Soprintendenza.

Purtroppo, come detto, gli anni passano e come tutti i condomini, se facile e vantaggiosa è la loro costituzione, difficilissima è la loro conservazione. Con passare degli anni, l’estinzione di molte di queste famiglie e l’aumentare degli eredi, la Cappella è stata soggetta a degrado architettonico. Nessun intervento conservatico, pubblico o privato, ha determinato pochi mesi fa l’inevitabile crollo.

Al di la dei ruoli di chi deve intervenire su una tale perdita si spera in un veloce intervento, considerando che alcune bare giacciono a vista tra le macerie. Chi tanto lustro ed onore ebbe in vita riposa oggi tra calcinacci e polvere, quasi a ricordare il destino della “Livella” di Totò.

Peccato per la perdita della Cappella stessa, oltre che per la sua oggettiva bellezza, anche come testimonianza di un epoca non troppo lontana di cui era narratrice.

Daniele E. Iadicicco

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