I Lavanga di Formia, una famiglia di benefattori

Storiedifamiglia : Dal Beato Bonaventura a Via Ferdinando Lavanga storia di una famiglia di benefattori di origini potentine.

di Daniele E. Iadicicco

Beato Bonaventura da Potenza

La storia della famiglia Lavanga trova la sua origine più antica a Potenza e provincia, ancora oggi il maggior centro di diffusione di questo cognome è distribuito tra il capoluogo lucano ed alcuni paesi della provincia come: Anzi ed Avigliano, in cui un quartiere del centro storico prende il nome proprio da questa famiglia.

Il primo contatto tra il Golfo di Gaeta ed i Lavanga avvenne proprio per un potentino. A Maranola si ricorda, con grande fede, il soggiorno di Padre Bonaventura da Potenza tra il 1681 ed il 1682. Al secolo Carlo Antonio Gerardo Lavanga (Potenza, 1651 – Ravello, 26 ottobre 1711), padre Bonaventura era figlio di Lelio e di Catarina Pica. Morto in odore di santità fu elevato Beato nel 1775 da Papa Pio VI.

La sua storia e permanenza a Maranola pareva un fatto isolato e non coniugabile con alcun seguito, ma così non è stato. Il primo ramo dei Lavanga a trasferirsi in pianta stabile nel Golfo fu la famiglia di Felice Lavanga secondo il Catasto Onciario di Gaeta (1).

Potenza XVII secolo, incisione di GB. Pacichelli

Anche Felice era nativo di Potenza ( 1690 circa) e di mestiere faceva il “lavorante repostiere (2). Trasferitosi a Gaeta perlomeno negli anni 20 del 700 sposa Vittoria Sparagna e va a vivere in una casa in contrada S.Pietro presa in affitto dal Reverendo D. Lorenzo Lubrano, a Formia lo stesso possedeva comunque dei terreni in zona Rio Fresco (forse proprietà avute dalla moglie, data la sicura origine maranolese?).

I due assieme ebbero tre figli, Teresa, il sacerdote D. Ferdinando e l’ultimo figlio Gerardo (nato circa nel 1735). Non è un caso che questo ultimo figlio, per forza di cosa capostipite degli altri Lavanga venuti dopo, condividesse con il Santo il nome Gerardo. In centro a Potenza infatti il duomo è proprio dedicato a questo Santo dove, pure il beato Bonaventura fu battezzato.

Consultando il Catasto murattiano nel 1809-1811 (3), la situazione si ribalta. A Gaeta non si trovano più membri della famiglia che invece ritroviamo a Mola. La stessa storia la racconta anche l’archivio parrocchiale di San Lorenzo e Giovanni che inizia a censire questa famiglia a Mola solo dopo la prima metà del 700.

A Formia si formarono due rami della famiglia molto diversi, generati da Orazio. Il primo, che chiameremo il “ramo umile” dei Lavanga era quello di Saverio Lavanga, figlio di Orazio e marito di Maria Pellegrino. Saverio ebbe dal suo matrimonio molti figli, tra cui: Bonaventura Raffaele Marciano (m. 20.8.1820), Antonio (n. 1798 m. 1805), Maria Teresa (n. 1797), Antonio Pasquale (n. 1807). Saverio risulta un contadino, era dimorante, secondo l’archivio anagrafico di Formia, direttamente nella Chiesa di San Lorenzo, ed alla sua morte, come pure accaduto per suo figlio Antonio, fù seppellito per carità. La famiglia non ebbe dunque la disponibilità per offrire degna sepoltura. L’altro figlio di Oronzo fu Raffaele (m. 1833). Questi, possedeva alcuni terreni a Scacciagalline (gli stessi di Felice??) ed a Ponteritto. Si sposò con Elisa Filosa da cui ebbe: Bonaventura Francesco Saverio Michele (n. 1802), Gaetano ( n.1803), Mario Fedele (n. 1805) e Gelasio (31.7.1812 – 1815).

Il secondo ramo fiorì da uno dei figli del suddetto Raffaele, si tratta di quello generato dal matrimonio tra D. Michele Lavanga e sua moglie Gaetana Cantoni. L’uso del “Don” già ci racconta della posizione agiata e benestante di Michele. Tra i suoi figli: Ferdinando (n. 11.8.1830), Raffaele (m. 1843), Elisa (n. 1828), Lelio (n.1832, si noti l’omonimia con il padre del Beato Bonaventura), Raffaele (n.1835), le gemelle Maria Innocenza Bonaventura e Maria Annunziata Bonaventura (nate e morte nel 1837), Innocenza Bonaventura (n. 1838), Giovanni (n. 1838 e m. 1928), Teresa Benedetta Bonaventura (n. 1848).

Atto di nascita di Ferdinando Lavanga

Prima di proseguire si fa notare come in entrambi i rami, il ricordo dell’omonimo e conterraneo Beato Bonaventura da Potenza, al tempo delle nascite già Beato, era tutt’altro che svanito. La famiglia conosceva perfettamente dunque la propria origine e la storia della famiglia. I personaggi più noti oggi a Formia sono Giovanni e Ferdinando, già poterli censire come fratelli risulta una novità che fino ad oggi non si era riusciti a definire. La loro storia è molto spesso confusa.

Giovanni, fu grande repubblicano e si dichiarava allievo del Mazzini. Si sposò due volte. Prima con Giuseppa Forcina, ed in seconde nozze, il 18.8.1912, con Emilia Jallonghi, figlia di Michelarcangelo di Itri. Giovanni fu il primo benefattore della città. Fece testamento a pro del Comune di Formia. Nelle sue volontà (4) si evinceva che alla sua morte lasciava i suoi stabili ( tra cui un palazzo a Vindicio) in usufrutto a vita alla moglie Emilia. Alla di sua morte le proprietà sarebbero state alienate dal Comune per la costruzione di un monumento dedicato a Mazzini. Tra le costose cure occorse alla moglie prima di morire e la distruzione del Palazzo di Vindicio gli eredi si misero d’accordo nell’accordare al Comune la cifra di soli 3 milioni. Il Comune sostenne sin da subito che la cifra era esigua per erigere il monumento e si ripromise di adempiere una volta trovati i fondi. Poi gli anni passano ed ovviamente tutto si dimentica per buona pace del povero Giovanni Lavanga.

Suo fratello, e più conosciuto Ferdinando Lavanga, non fu da meno. Si ricorda soprattutto per aver eretto un Istituto, un’ opera pia in aiuto di donne in difficoltà e cittadini indigenti. L’istituto fu pure riconosciuto quale Ente Morale dallo Stato con Decreto reale, firmato da Re Vittorio Emanuele il 6 di dicembre del 1903.

Immagine tratta da “Com’eri bella Formia” di Renato Marchese

Pochi anni dopo, prima comunque del 1933, Formia gli dedicò il tratto dell’antica Via Appia, che ancora oggi porta il suo nome: Via Lavanga.

Alcuni rami della famiglia nei secoli addietro si trasferirono in altri paesi, oggi dell’alto Casertano, sopravvivendo ai membri dei ceppi formiani sino ad oggi. Il dottor Alberto Lavanga, valente medico chirurgo dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia è difatti di origini campane.

————————– NOTE ——————————————————————————–

(1) – Il censimento della popolazione voluto da Re Carlo di Borbone, a Gaeta fu consegnato pare solo nel 1750

(2) – I repostieri sembra fossero coloro i quali lavoravano con le credenze, con l’argenteria ed in generale gestivano la credenza di una casa nobiliare o molto facoltosa.

(3)  Catasto provvisorio murattiano  dei terreni, 1809-1811. Sono stati pubblicato dal Prof. Nocca per Ali Ribelli

(4) Tratte dal Giornale del Mezzogiorno edizione del 1967

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