di Daniele Elpidio Iadicicco
Il 22 di dicembre del 1858 muore a Napoli, San Giovanni a Teduccio, a sessantacinque anni Donna Lucia Gomez Paloma, letterata e definita tra le prime “patriote italiane” di Napoli.
Lucia era nata nel 1794. Suo padre Enrico Gomez Paloma, marchese di origine spagnola, era stato nel 1793 nominato castellano di Gaeta. Aveva sposato Livia Porzio, anche lei di nobili origini, mettendo al mondo Lucia proprio a Gaeta. Fu educata presso le monache di San Francesco in Aversa.

Il palazzo è stato individuato e fotografato dall’Avv. Nicola Pesacane
Nel 1813 sposa Giuseppe de Thomasis, giurista, allievo del Filangeri. Fu Intendente a Sulmona ed in Calabria Ultra. Ricoprì anche l’incarico di Procuratore generale della Gran Corte dei Conti fino ad assumere la carica di Ministro nel 1820/21. Il De Thomasis era originario di Montenerodomo (CH), paese da cui veniva pure Benedetto Croce. Le due famiglie erano imparentate tra loro.

La coppia ebbe due figli, Raffaele Tito Giovanni e Vincenzo. I due bambini morirono entrambi a soli cinque giorni di distanza per aver contratto una malattia virale. Il lutto lasciò ovviamente un grande dolore nella madre che seppe consolarsi solo dedicandosi a politica, arte e cultura. Seguì il marito ritiratosi nel paese natio, a Montenerodomo, poi in Sicilia per i suoi incarichi governativi, poi in esilio a Firenze.
Donna Lucia e Giuseppe De Thomasis. Tratte da “Storia del Regno di Napoli” di B. Croce del 1931. Incisioni individuate dall.’Avv. Nicola Pesacane
Fondò il primo salotto letterario a Parigi, dove era andata alla morte del marito, avvenuta a Napoli il 10 di settembre del 1830. Il De Thomasis fu sepolto nella Chiesa di San Mattia Apostolo, a Napoli, dove una splendida targa, fatta apporre proprio dalla moglie, ricorda la sua carriera e le sue grandi doti da giurista. Nel paese natio, Montenerodomo, gli sono state dedicate una piazza ed una scuola.

Lucia Gomez Paloma si ritrasferì a Napoli, dove fondò un salotto culturale divenuto il più influente e ben frequentato della città. Era frequentato dai fratelli Spaventa, da Luigi Blanch, dal Colonnello Pepe, da Carlo Troya e molti altri. Quel circolo di pensatori e liberali tra cui molti che, dopo aver fatto carriera nel decennio francese, preparavano sotto la brace i moti del 48.

Scrivono di lei Pietro Colletta nel 1861 “…dotata di gentili sembianze di natura, e ornata di bei costumi e di virtù dai propri studi e dagli esempi della nobile casa paterna“; ed ancora La “Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti” che nel 1917 così la ricorda “leggiadra e coltissima donna Lucia Gomez Paloma…divenne il convegno dei migliori ingegni che Napoli in quei tempi offriva“.
Il ricordo più profondo lo fa di lei il suo amico Antonio Ranieri che scrive : “Nata in alto loco, ma in giorni pochi propizi all’educazione delle donne, essa seppe farsene una nobilissima e quasi virile, da se stessa. Giovane innocente ed innamorata di quanto v’ha di più bello e generoso nel creato; donna e moglie rassegnata e volenterosa a pagare ogni più severo debito alla virtù; magnanima matrona, devota a Dio, alla santa patria italiana ed alla scienza, in quanto la scienza è amore e sacrifizio ai meno felici; i tempi soli s’indugiarono, e furono cagione che il suo nome non discendesse alla più tarda posterità come uno di quei simboli a cui tutta la specie umana s’inchina”

Si ringrazia per la cortese collaborazione l’amico e valente araldista Avv. Nicola Pesacane, sempre pronto a fornire il giusto supporto alle mie ricerche.