1861-2021 Montecilfone, Tavenna e Montenero: fucilateli tutti

di Daniele Elpidio Iadicicco

1861-2021 dopo centisessantanni forse è il momento di ricordare questi morti. I sessantacinque contadini che persero la vita a luglio del 1861 in Molise. A Montecilfone, Tavenna e Montenero tutti fucilati o “moschettati”. Vittime italiane per mano italiana.

Un carattere fiero e testardo, un popolo con la schiena dritta fiero della propria storia e della propria terra. Questa è la gente del Molise. Piccoli e deliziosi paesi che sempre pacificamente vissero tra valli e tortuosi sentieri montani. Eppure quella pace e quella naturale bellezza vennero stravolti. Vennero messi in subbuglio dal cambiamento. Dal progresso. Dalla modernità. Perlomeno queste erano le aspettative di quei popoli riguardo l’unità nazionale. Eppure se una capillare e così generale contestazione si poté verificare è chiaro che qualcosa andò storto.

E così subito dopo l’unità, nel 1861 il Molise come l’Abbruzzo, come quasi tutte le regione del Sud Italia si ritrovarono per dieci anni in quella capiamo bene essere stata una guerra civile. Promesse, racconti ed ideali si infransero su un muro di nuove tasse, di ingiustizie sociali e di mancate promesse. Il nuovo governo italico non permetteva certo che quei quattro contadini, all’improvviso divenuti tutti “feroci briganti” , potessero rovinare quel bel sogno di unità nazionale e così a contestazioni si rispose con la forza, con le armi, con le morti per fucilazione.

Le sommosse di Montecilfone, Montenero, Palata, Guglionesi, Tavenna, Acquaviva, Castelluccio, Montefalcone e di tutte le contrade nei dintorni di Campobasso, sono ormai note alla storia moderna. Successe che gruppi sempre più numerosi di rivoltosi, operavano entrando nei comuni e mettendo in difficoltà le guardie locali, insediate dal nuovo corso nazionale. Saccheggiavano in casa dei liberali e portavano scompiglio in paese con proclami filoborbonici ed inneggiando a Re Francesco. Il copione era sempre lo stesso. I militari italiani non facevano a tempo ad intervenire in un paese che se ne infiammava un altro. Ovunque punizioni esemplari, arresti, fucilazioni sommarie erano la regola. Dopo un mese di scontri intensi e sempre più frequenti e dopo l’ennesimo attacco a Montecilfone ci si andò con la mano pesante. Fu inviato un intero battaglione che entrando in città catturò ed uccise un gruppo di “”Briganti””. Così scrissero nei loro rapporti. Altri non erano che poveri contadini inermi che protestavano per le gravi ingiustizie che vedevano perpetuarsi sotto i loro occhi.

Così sono registrati i fatti presso l’Archivio di Stato di Caserta che conserva i fascicoli per i processi istruiti per Brigantaggio: “REAZIONE DI MONTECILFONE Nel luglio del 1861 soldati sbandati del disciolto Esercito borbonico, capeggiati da Francesco Farano che aveva assunto il titolo di “Generale”, si erano raccolti in Montecilfone incoraggiati da quanti avversavano le istituzioni liberali. Resi arditi dalla mancanza di forze regolari e dalla conseguente impunità di cui godevano, commettevano numerosi eccessi incendiando e saccheggiando le case di numerosi liberali, tra le quali quella di Giuseppe d’Inzeo Flocco, ed intimando ai sindaci dei paesi limitrofi la requisizione di armi. Tale stato di anarchia durò pochi giorni poiché i reazionari furono sconfitti e cacciati dal paese, al secondo tentativo, dalla Guardia Mobile al comando del capitano Volpe. L’eco di tali fatti si spense subito sopraffatta dalla risonanza di quelli che dovevano accadere pochi giorni dopo. Iniziava, infatti, dopo la sconfitta del Farano e dei rivoltosi, una feroce rappresaglia della quale si faceva promotore il citato d’Inzeo Flocco che, in pochi giorni, faceva fucilare 59 persone.

Un cittadino liberale al potere che per rappresaglia fa uccidere 59 persone. I fatti non avvennero proprio così, anche perché i primi diciassette morti si registrano proprio il 18 luglio, data nel quale ci fu la visita dei soldati. Gli altri sono da attribuire alla rappresaglia successiva. Questi i fatti. Riportiamo dunque finalmente i morti di quei giorni e dei giorni successivi a Montecilfone. Sempre il 18 luglio molti i morti nei paesi limitrofi, tra cui alcuni anche a Tanenna e Montenero. Se si analizzano i registri di morte di luglio e agosto del 1861 in tutta la provincia di Campobasso sono centinaia i morti di uomini e ragazzi, come di donne, tutti contadini, tutti stranamente morti in quei due mesi. Abbiamo riportato i nomi dei morti solo di questi paesi perché la causa di morte è chiaramente riportata “fucilato” o “moschettato”

Ci scusiamo se qualche nome non è stato possibile interpretarlo nel modo giusto. Il simbolo (!) vuol dire che l’interpretazione del nome è molto incerta

Montecilfone

Morti il 18Luglio per fucilazione
Giovanni Jovata di anni 30
Giuseppe Spineti di anni 60
Costanzo Spineti di anni 37
Francesco Giustiniani di anni 25
Gennaro Riminti di anni 52
Antonio Riminti di anni 32
Sancunio (!) Salvatore di anni 50
Luigi Colonna di anni 27
Giuseppe Papicaio (!) di anni 17
Antonio Cammasino (!) di anni 50
Giuseppe D’angelo di anni 38
Sancuneo Zanlo.. (!) di anni 36
Michele Gallina di anni 22
Vincenzo Tenbis (!) di anni 50
Matteo Lanchese di anni 25
Don Filippo Romano (!) di anni 48
Giuseppe Nicola Gionico di anni 30

Morti tra il 22 ed il 28 Luglio per Fucilazione
Gaetano Formichella di anni 22
Giorgio Desiderio di anni 60
Don Ludovico Fanano (!) di anni 66
Pasquale Fancioni di anni 60
Saverio Fancioni (!) di anni 34
Antonio Foncioni (!) di anni 36
Vincenzo Foncioni di anni 32
Luigi Ionio di anni 70
Domenico Desiderio di anni 48
Ferdinando Foncioni di anni 30
Adamantonio Ionio di anni 26
Luigi Lombo di anni 35
Felice D’ambrosio di anni 42
Michele Cusmano (!) di anni 38
Antonio Sanese di anni 50
Nicolamaria Senese di anni 20
Antonio Suones (!) di anni 22
Luigi Suones (!) di anni 46
Giovanni Suanes (!) di anni 48
Vincenzo Suanes (!) di anni 20
Costanzo Suanes (!) di anni 22
Saverio Cusmano (!) di anni 32
Guseppe Flocco (!) di anni 27
Antonio Suanes (!) di anni 38
Nicola Gallina di anni 51
Giuseppe Senese di anni 70
Giorgio Senese di anni 56
Costanzo Senese di anni 30
Giuseppe Suanes (!) di anni 42
Giorgio Senese di anni 27
Matteo Senese di anni 3
Matteo Cusmano di anni (!) 27
Rocco Flocco (!) di anni 25
Domanico Salantuono di anni 33
Costanzo Di Santo di anni 32
Angelantonio Simodeo (!) di anni 27
Michele Fannetti di anni 48
Costanzo D’ambrosio di anni 32
Antono Pennacchio di anni 21
Michele Femina di anni 32

Montenero

Tommaso di Santo, contadino 52 anni
Francesco Moretta, contadino 32
Valentino Matronardi, contadino 33

Tavenna

Giovanni Favero, contadino 28 anni
Saverio Marrone, contadino 26
Angelo Creato,contadino 40
Vincenzo Porticella, contadino 36
Caravitra Colagioia, contadina 40

Daniele Elpidio Iadicicco

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