Il prof Giovanni Marchi

Oggi vi raccontiamo la storia del professor Giovanni Marchi, scrittore, critico e docente universitario

di Daniele E. Iadicicco

Giovanni Marchi nacque a Formia il 10 di aprile del 1926, il giorno dopo fu battezzato nella Chiesa di San Giovanni Battista. Sua madre si chiamava Vittoria Scalingi, figlia di Antonio, suo padre fu Giovanni Marchi, figlio di Marco. Suo padre, originario di Tortona, morì mentre sua madre era incinta di lui. Nell’atto di battesimo, rinvenuto presso l’Archivio parrocchiale (1), si da già per scomparso il padre al momento della sua nascita.

Il bimbo viene affidato alle cure dell’Istituto di Don Orione che lo raccomanda a soli cinque anni per entrare nell’orfanatrofio “Piccolo Cottolengo Genovese”, come da lettera autografa di don Orione, rinvenuta nel suo archivio personale:

20 luglio 1931  a. IX  –   S. Gerolamo Emiliani, “Orphanorum Pater”
Alla Superiora del Piccolo Cottolengo Genovese, a Salita Angeli, 69 – Genova sopra S. Teodoro.
Accogliete con la carità di Gesù il piccolo Giovanni Marchi fu Giovanni…. La madre vive ed è di Formia. Per ora è ammesso temporaneamente; ma dev’essere accolto subito subito. Porterà carte. Benedico in Gesù Cristo e conforto tutti. Pregate per Don Orione.”
(2)

Si trasferì a Roma nel 1946 dove si laureò, 7 anni anni più tardi, in Lingue e letterature straniere. Svolse attività di ricerca e di critica letteraria e teatrale collaborando a varie riviste. Attivo da sempre in ambito accademico l’ormai Prof. Marchi insegnò “Lingua e letteratura francese” all’Università la Sapienza di Roma, “Storia del teatro e dello spettacolo” alla LUMSA; “Lingua e letteratura francese” presso la facoltà di Magistero dell’Università di Salerno.

Scrisse anche di teatro per l’Osservatore Romano e pubblicò diversi libri: “I sonetti romani di Du Bellay”, “Il mito di Roma in Francia”, “L’immaginazione in libertà”.

Fu a lungo presidente Centrale dell’Associazione Ex Allievi di Don Orione e primo presidente del Movimento Laicale Orionino . Morì a Roma il 27 aprile del 2009.

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Per chi volesse approfondire, la sua vita è ben descritta nel ricordo di don Flavio Pelosi che riportiamo integralmente:  

“Trascorse infanzia e giovinezza “in casa” di Don Orione. Frequentò le elementari a Genova, il ginnasio e il liceo a Tortona e in vari istituti del Piemonte. Conseguì il Diploma Magistrale ad Alessandria nel 1945 e si dedicò  subito all’insegnamento.

Conobbe di persona Don Orione, del quale serbava come perle preziose della sua memoria, tanti ricordi di affetto e di insegnamento, e poi Don Sterpi, Don Pensa, Don Mogni, Don Cremaschi e tanti altri sacerdoti della Piccola Opera, fra cui Don Zambarbieri e Don Terzi.

Trasferitosi a Roma nel 1946, si laureò in Lingue e letterature straniere il 16 novembre 1953 discutendo una tesi su un’opera presunta di Pascal, “Discorso sulle passioni d’amore”, relatore il prof. Giovanni Macchia.

Svolse attività di ricerca e di critica letteraria e teatrale, collaborando a varie riviste, come “Capitolium”,” La Parola” e il “Libro” e “La Nuova Antologia”. Fu membro del Centro Italiano di Ricerche Teatrali e dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro.

Il 16 gennaio 1959 fu chiamato dal prof. Macchia a collaborare come segretario all’Istituto del Teatro dell’Università di Roma.  Fu professore di Lingua e letteratura francese della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza” dal 16 novembre 1972 fino al 1998; dal 1974 al 1980, anche presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Salerno. Dal 1974 fu redattore di “Micromégas”, rivista di studi e confronti italiani e francesi. Fu anche docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della stessa Lumsa negli anni 1993-1998.

Attento ai problemi della vita sociale e spirituale del suo tempo, si è interessato in particolare di Du Bellay, Cyrano, Molière, Stendhal, Pirandello, Artaud e di vari autori di teatro, pubblicando, fra l’altro, I sonetti romani di Du Bellay, Il mito di Roma in Francia, Teatro francese dal “vaudeville” all’avanguardia, L’immaginazione in libertà. Collaboratore di varie riviste e della terza pagina dell’Osservatore Romano, vi ha pubblicato circa un centinaio di articoli. All’andata in pensione gli fu offerta dai colleghi dell’Università una raccolta di Studi in suo onore intitolata Le “peripezie” del teatro, apparsa su Micromégas, Gennaio-Dicembre 1998, n. 67-68.

Ha ricevuto il premio “Diego Fabbri” dall’Ente dello Spettacolo nel dicembre 2000.

Collaboratore della rivista “Don Orione oggi” e dei “Messaggi di Don Orione – quaderni di storia e spiritualità”, ha pubblicato numerosi articoli e saggi su Don Orione e la sua Opera e curato le seguenti pubblicazioni: “Ex-Allievi come Apostoli”, “Messaggi di Don Orione”, n. 54, 1984; Fedeli a Don Orione sempre, Borgonovo Val Tidone 1984; Don Giuseppe Zambarbieri, “Giovani Sempre!”, Tortona 1989; “Don Orione e il coraggio del bene”, Borgonovo Val Tidone 1995; “Don Orione e i letterati, Messaggi di Don Orione”, n. 81, 1997; Don Giuseppe De Luca, “Elogio di Don Orione”, Roma 1999. Ha scritto molto di Don Orione per le due riviste divulgative “Don Orione oggi” e “Messaggi di Don Orione”. Negli ultimi tre decenni faceva giungere puntualmente i suoi gustosi ed eruditi articoli. Rimase attivo anche quando la malattia andò sempre più limitandolo, tanto che alcuni articoli appariranno postumi.

Fu a lungo presidente dell’Associazione Ex Allievi di Don Orione e primo presidente del Movimento Laicale Orionino. Il 3 luglio 2004, ad Ariccia, durante il 12° Capitolo generale degli Orionini, è stato assegnato al Prof. Giovanni Marchi lo speciale attestato di “fedeltà orionina”, “per la sua storia personale tutta intrecciata con quella della Famiglia orionina e del cammino del laicato orionino organizzato”. Ricordo la sua gioia per quel “riconoscimento” il più caro e quello per cui si sentiva più onorato nella sua vita.

La sua bella famiglia, ove il nome di Don Orione e di tanti Orionini è familiare, partecipò e godette di questa “parentela” speciale del Professore con la Congregazione.

Giovanni Marchi ha molto contribuito con le sue relazioni, con il suo pensiero, con la sua penna sempre attiva, a creare la “tradizione orionina” sia nelle sue grandi linee ideali e storiche e sia nella sua cronaca minuta ed episodica che lui sapeva elevare con la bellezza della parola e col calore dell’affetto.” (3)

(1) Si ringrazia per la disponibilità il parroco Don Carlo Lembo

(2) Lettera e foto di copertina tratte da messaggidonorione.it

(3) IL MIO RICORDO DI GIOVANNI MARCHI GIOVANNI di Don Flavio Pelosi

#nacqueaformia

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