Lo Stemma di Maranola e l’Ordine dell’Ermellino

Una nuova affascinante ipotesi spiegherebbe la presenza dell’ermellino nello stemma di Maranola

Di Daniele Elpidio Iadicicco

Ricostruire storie, ricucire ricordi non è mai semplice. Ancora più complicato se non si hanno a disposizione fonti storiche. Eppure le fonti storiche che si possono consultare hanno una loro valenza ma non sono tutte uguali. Un documento originale di un’epoca ha un valore, già un giornale che racconta un fatto se pur dell’epoca ha un valore diverso. E così via via scendendo fino a fonti che occorre prendere solo come punto di partenza, tra cui le fonti orali. Queste, preziosissime senz’altro, hanno bisogno di essere verificate, vagliate, confutate per essere prese per buone.

Tutta questa premessa ci aiuta a capire la difficoltà di prendere in esame lo stemma dell’antico Comune di Maranola. Tale stemma non ha riferimenti architettonici (non è inciso su palazzi né in chiese, come capita allo stemma di Castellonorato o di Gaeta). Lo stemma di Maranola non ha riferimenti in testi o documenti antichi, o perlomeno sino ad oggi non sono conosciuti. L’unica testimonianza è un ovale conservato presso la Delegazione comunale. Tale opera è però piuttosto moderna, risalirebbe al periodo risorgimentale.

Quando in questi anni mi sono ritrovato a commentare questo stemma ho, come tanti e frettolosamente, individuato nel pendente del collare il Tosone d’Oro. E diverse volte ho corretto taluni che cercavano di spiegarmi diverse attribuzioni. L’ordine del Toson D’Oro, nato nel 1430 la cui storia per brevità non si sta qui ad esaminare, è molto riconoscibile proprio per il mitico vello d’oro.
L’unica fonte è quella orale vedrebbe in quell’animale un “ermellino”. Animale non presente sul territorio ed affatto comune mi ha incuriosito.

Com’è mai questa attribuzione? Effettivamente, come si vede, il manto dell’animale che pende dal collare, pare maculato di nero ed il muso stesso dell’animale pare nero. Lontano dunque dal vello di un montone come previsto nel “Toson D’Oro”.

Insegne del Toson d’Oro

Andando ad approfondire troviamo effettivamente esistente nel XV un Ordine dell’Ermellino. Questo fu creato da Re Ferrante D’Aragona il 29 settembre 1463. Agli insigniti veniva conferito un collare d’oro con un ermellino per ciondolo. Una curiosità, Maranola si trovava nel Regno di Napoli ed a quel tempo era nel pieno della sua grandezza. Ma siamo solo ancora ad una vaga coincidenza.

Re Ferrante con il collare dell’Ordine dell’Ermellino


L’ordine dell’ermellino fu fondato dal Re a seguito ad una visita alla grotta di San Michele Arcangelo a Foggia. L’ordine fu dedicato al culto di San Michele, tanto che i cavalieri di quest’ordine venivano insigniti di questa onorificenza proprio nel giorno di San Michele. Questo approfondimento già inizia ad essere per la storia di Maranola molto molto importante. Si conosce benissimo la secolare devozione del popolo manarolese per questo Santo. L’eremo di San Michele su Monte Altino fu fondato addirittura nell’anno 830.

L’eremo di San Michele da hormiae.it – L’eremo di San Michele Arcangelo è una piccola chiesa situata alle pendici di monte Altino, a 1220 m s.l.m. nel territorio di Maranola (frazione di Formia). Incastonata nella roccia, si trova lungo il sentiero che da Sella Sola conduce fino alla cima del Redentore, su un costone a strapiombo.

Sia l’Ordine del Toson D’oro che quello dell’Ermellino sono Ordini cavallereschi che si attribuiscono a persone e non a città. Diciamo però che tra i due quello che in qualche modo sarebbe potuto essere trasferito allo stemma di Maranola sarebbe quello dell’ermellino, proprio per l’antica devozione cittadina a San Michele, quasi ad identificarne il culto.

L’ordine dopo Ferrante d’Aragona cadde in disuso e non fu più attribuito. Pochissimi sono dunque i cavalieri che ne furono insigniti. Chi dunque può eventualmente aver portato a Maranola questo Ordine? Fortunatamente ci viene in aiuto lo studio “L’Ordine dell’Ermellino” scritto da Mario Manzo. In questo studio si pubblicano l’elenco dei primi cavalieri insigniti di questa onorificenza. Tra di loro appare Onorato II Caetani.

Onorato II Caetani d’Aragona Fondi, 1414 – Fondi, 25 aprile 1491, in un dipinto di Antoniazzo Romano del 1476

Onorato II era signore di Maranola. Suo padre, Cristoforo, aveva ripreso il Borgo dopo che Re Ladislao I, ponendo in assedio Maranola nel 1400, lo aveva tolto a suo nonno Onorato (Onorato I fu il fondatore di Castellonorato). Onorato I morì a seguito di questi assedi. Durante l’assedio di Maranola del 1400 i militari assedianti lasciarono alcuni graffiti sulla chiesa della SS Annunziata, tra cui proprio quello reale di Ladislao I ( leggi di più). Dopo queste vicende Re Ladislao affidò Maranola a Pietro Origlia, conte di Caiazzo.

L’ermellino in una moneta dell’epoca.

Insomma Onorato II, signore di Maranola e Cavaliere dell’Ermellino che magari per la grande fede cittadina lega quel collare a quello dello stemma cittadino.
Ovviamente mancando, sino ad oggi, documenti oggettivi per un riscontro questa rimarrà solo un’ipotesi, anche se pare assai assai verosimile.

Oggi oggettivamente quel collare e quel pendente ad una analisi grafica non pare ne un ermellino ne un vello di montone, questo perché passati secoli e senza ulteriori riscontri oggettivi l’ovale presente in “Comune” sarà stato ridipinto più per tradizione orale che per altro, certo che questa nuova ipotesi apre la strada ad ulteriori approfondimenti.

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