Un cuoco in famiglia fa sempre piacere

di Giovanni Grimaldi

Il fascino delle ricerche genealogiche consiste, tra l’altro, nell’unire i grandi e piccoli personaggi della storia alle tracce delle loro vite. Frammenti di esistenze che sono sopravvissute fra vecchi documenti, atti notarili e ricordi di ogni tipo. Spesso è in questo modo che si scoprono curiosità e si
uniscono a nomi sbiaditi, professioni dimenticate ed origini che erano sconosciute. “Un cuoco in famiglia fa sempre piacere!” è la frase che esclama con soddisfazione l’immortale Antonio De Curtis, in arte Totò, nel celebre film “Miseria e nobiltà” (1954) di Mario Mattoli, basato sull’omonima opera teatrale (1888) del grande Eduardo Scarpetta.
Eppure, al di là delle pretese del nostro Totò (anch’egli, ahimè, “ammalato di nobiltà!”), un cuoco in famiglia egli lo ebbe davvero! E non solo.
Ma per capire meglio tutto questo dobbiamo fare ancora qualche altro passo indietro nel tempo.
Infatti Gennaro De Curtis (1771-1848), il nonno di suo nonno Luigi Vincenzo Pasquale (1839- 1926), appartenente ad una celebre famiglia di “pittori di stanze” (“pittori ornamentisti”, decoratori di interni), sposò in prime nozze una misteriosa Nicoletta “Travonetta” o “Traonetta” (* 1776 ca., + 24 ottobre 1836) e, dopo la morte di Nicoletta, Gennaro passò in seconde nozze nel 1845 Maria Antonia Raimondo. Ma è proprio sulla detta Nicoletta che dobbiamo soffermarci. Infatti Nicoletta, il cui vero cognome era in realtà Dragonetti (storpiato malamente anche nelle dette
varianti di ispirazione dialettale) fu figlia di Vincenzo e Serafina Longoardo (o Ingoardo), ma la sua famiglia non era affatto originaria di Napoli.
Qualche anno prima della morte di Nicoletta, infatti, era morto a Napoli, lasciando due figlie, suo padre Vincenzo (1751 ca.-1831). Vincenzo, nel cui atto di morte appare Giuseppe De Curtis, fratello di Gennaro, fu appunto un cuoco ed un domestico, arrivato a Napoli dalla nativa Gaeta, dove suo
padre Filippo risulta che fosse stato un calzolaio.
Dunque l’antenato cuoco era il padre della sua trisavola Nicoletta, ed era originario di Gaeta, benché anche un altro avo del nostro Totò fu un domestico di origini non napoletane ma molisane!
Sto alludendo infatti a Pietro Paolo d’Abramo (fu Giovanni), la cui figlia Maria Vincenza (n. Lucito (Molise), 1813), sposò Lorenzo Vincenzo Geltrudo (* 1809) e da tale coppia n acque appunto Luigi Vincenzo Pasquale, nonno del nostro adorato. Tornando però alla famiglia Dragonetti di Gaeta, diffusa in vari rami in tutta la zona, sono in corso le ricerche del nostro dott. Daniele Elpidio Iadicicco che, quanto prima, ci rivelerà a quale ramo
apparteneva esattamente il citato Vincenzo, il cuoco dal quale discese il nostro Totò; il quale non ce ne voglia, speriamo che su tutte queste curiosità familiari avrebbe comunque commentato, con sorriso sornione: “Un cuoco in famiglia fa sempre piacere!”

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