1863 i briganti del Tristany

di Daniele Elpidio Iadicicco

1863 Mignano Monte Lungo ( CE). Questo piccolo comune, oggi popolato da poco più di 3000 anime, è incastonato tra Campania, Lazio ed Abruzzo. Terre di confine, terre di briganti. Durante il risorgimento tutta l’rea fu interessata da aspre lotte tra legittimisti, rivoluzionari, briganti e nuovo esercito italiano. Il paese del resto è celebre per aver dati i natali alla più celebre delle brigantesse, la bellissima Michelina Di Cesare (1841-1868).

Michelina Di Cesare

Agli inizi di marzo 1863 il territorio era interessato dall’azione del legittimista spagnolo carlista Tristany (1814-1899) . Nel periodo della reazione legittimista assume il comando delle bande operanti sui monti che dividono gli Abruzzi dallo Stato pontificio, in sostituzione del conte di Kalckreuth ( ucciso a Formia) e del marchese de Namour, catturato e fucilato dagli italiani.

La banda di Tristany inizialmente numerosissima nel 1863 si era molto ridotta. Una trentina di uomini appena ai suoi comandi. Ad un piccolo gruppo fu ordinato di esplorare il monte Cesima, prendere contatti con altri partigiani locali e riferire dopo Pasqua. Il gruppo comandato dallo spagnolo Palnes si imbatté però nel sessantesimo di fanteria di stanza a Mignano. Lo scontro fu terribile, il bilancio è di un solo morto sul campo. Sei i catturati. Molti i feriti ed i dispersi tra i monti. Il fatto che ancora oggi grida vendetta è che finiti gli scontri i prigionieri non vengono sottoposti ad alcun processo, nessuna reclusione e nessuna pena se non quella della morte istantanea per fucilazione.

Si fa fatica a pensare che il nostro paese sia nato con questo tipo di presupposti. Alcuni dei sei catturati avevano brevetti da Ufficiale firmati a nome di Re Francesco II dal Tristany. E se molte sono state le bande di briganti, faccendieri e delinquenti in cerca di riscatto la banda del Tristany è da considerarsi a pieno titolo come “leggittimista”. Combattevano per scopi politici, indossavano una divisa ed erano inquadrati in una più grande strategia di riconquista del Regno. Tra loro ex Soldati delle Due Sicilie che combattevano come tutti i militari a seguito di un giuramento prestato, soldati svizzeri (pure facenti parte dell’esercito regio). Eppure consultati i registri di morte di Mignano ovviamente furono tutti registrati semplicemente come “briganti”. Un militare ucciso non in battaglia ma da prigioniero, senza un processo ed addirittura spogliato della dignità stessa di soldato venendo catalogato come brigante è un militare ucciso due volte.

Era il Lunedì 24 marzo del 1863 ed in Contrada Taverna di Mignano vengono registrati gli atti di morte di :

  • Luigi d’Amore di Sarno ex sergente borbonico;
  • Giuseppe Grossrieder di Fribugo Svizzera aiutante maggiore di Tristany;
  • Ventura Sarracino di Pastena;
  • Bernardo Teoli di Camino (Rocca d’Evandro);
  • Pasquale Mariano di Locarna – Svizzera;
  • Antonio Martone di anni 33 di Mignano del fu Giuseppe (bracciale) di Teresa Lepore.

Atto di morte del sergente Luigi D’Amore

A giugno dello stesso anno anche il Tristany viene arrestato a Roma. Fu lui che fece fucilare per tradimento il generalissimo Chiavone.

Libri e siti consultati

Registri civili del Comune di Mugnano

Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863
conte Alessandro Bianco di Saint-Jorioz · 1864

Banditi e briganti d’Italia
Adriano Sconocchia · 2020

I briganti celebri dal 1796 al 1892
Conte di Brianza · 1893

Il brigantaggio; o, L’Italia dopo la dittatura di Garibaldi
Giacomo Oddo · 1865

neoborbonici.it

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