Il Duca di Modena in visita nel Golfo

Gli anni che precedettero l’unita d’Italia furono anni complessi e difficili per la Penisola. Anni di incontri, trattative, cambiamenti politici ed accordi bilaterali.

Con gli Accordi di Plombières nel Luglio del 1858 Cavour stabilì le basi con Napoleone per l’annessione degli stati italici al Piemonte. Tra i tanti risvolti a finire sotto il mirino dei due statisti fu proprio il piccolo stato di Modena e Reggio, governati dal Duca Francesco V d’Asburgo d’Este.

Lo stesso le tentò tutte, anche basandosi sui stretti legami diplomatici e di parentela che aveva per tentare di risolvere i dissidi che ovviamente sappiamo avrebbero di li a poco travolto lui e tutti i restanti Sovrani italiani.

Nella seconda metà del 1858 il Duca Francesco organizzò un viaggio per visitare il Papa ed il Re Ferdinando II. Il 18 di settembre del 1858 conclusa la visita al Santo Padre, il Duca partì da Roma per Gaeta (Mola) “ove il re Ferdinando II allora abitava”. Al di la dei tanti, tantissimi ospiti accolti a Formia, da sempre tappa di mezzo nel viaggio Roma e Napoli, questa testimonianza tratta da Vita di Francesco 5° di Bayard De Volo del 1879, ci offre un approfondimento interessante proprio con la frase “ove il re Ferdinando II allora abitava”. Dopo l’acquisto e la sistemazione della Reale Villa Caposele nel 1852 la famiglia Reale passava gran parte dell’anno nella villa a Formia. I tantissimi decreti emanati dal Golfo da Ferdinando II in quegli anni ne sono testimonianza. Una vita più ritirata lontana da stress ed intrighi di corte che potevano anche garantire al Re, sempre convalescente, un giusto riposo.

Il Duca di Modena venne accolto come sempre a Portella ( Monte San Biagio). Al confine furono ricevuti dal Duca di Sangro, che dal Re aveva avuto ordine di accompagnare l’illustre ospite per l’intero viaggio.
A Fondi si passo di notte ma il paese era stato comunque illuminato a festa per il passaggio dei sovrani di Modena. Al cambio dei cavalli fu organizzata una orchestrina con musica e canti popolari.
Finalmente la mattina del 19 settembre la Comitiva formata dal Duca e dalla Duchessa, dal Conte Generale Forni, dal Conte Claudio Bentivoglio, dal ciaberlano conte Luigi Bebincasa e dalla dama d’onore baronessa Adele Risenfels, arrivava presso la Reale Villa Caposele in cui il Re aveva fatto preparare stanze “appositamente a tale scopo allestite”. La Duchessa
di Modena era Adelgonda di Baviera figlia del Re Ludovico. Suo padre pure visitò Mola anni addietro dedicandole anche una bellissima poesia.
La famiglia Reale delle Due Sicilie al gran completo diede il benvenuto alla coppia prima di una visita nella città di Gaeta.
Il pranzo fu tenuto in grande intimità, si legge nella biografia su citata Vita di Francesco V che il Re Ferdinando ed il Duca “passarono ad ammirarvi i nuovi edifizi onde il Re abbelliva la piccola città di Gaeta, fra i quali la nuova Reggia ed il nuovo Collegio per gli allievi militari, e al di sopra di tutto la magnifica Chiesa di San Francesco di Assisi destinata a perpetuare la memoria del soggiorno fatto colà dieci anni avanti da Pio IX: è essa una costruzione di stile gotico adorna delle statue colossali del Santo a cui è dedicata, della Religione, di Carlo I d’Angiò, di Ferdinando II, e di bellissimi quadri dei migliori pennelli napoletani”.
La sera fu passata nella Villa a Mola così da ripartire il 20 per la capitale: Napoli. Commovente è che il primo appuntamento a Napoli fu per il Duca di Modena la visita alla tomba della defunta Regina Cristina (prima moglie di Ferdinando II e madre di Francesco II, ndr.) zia paterna del Duca.
La famiglia Reale non li accompagna nel viaggio a Napoli a testimonianza del fatto che ormai erano quasi stabili qui a Formia. La riprova sta nel fatto che prima di affrontare il viaggio di ritorno (via mare da Napoli a Livorno) il 3 di Ottobre, la sovrana coppia modenese torna a Formia per salutare l’amico Re Ferdinando II. Il Re in questa occasione gli esprime tutta la sua amarezza per il comportamento del Cavour per quanto sta avvenendo esprimendo solidarietà al Duca Francesco.

Daniele Elpidio Iadicicco

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