È PARTITA LA SPEDIZIONE IN ARTICO, IN BARCA A VELA ALLA SCOPERTA DI COME STA CAMBIANDO L’AMBIENTE

L’ITS Academy Caboto di Gaeta partner della spedizione

Una spedizione ALLA SCOPERTA DI COME STA CAMBIANDO L’AMBIENTE ALLE ISOLE SVALBARD E IN PARTICOLARE ABIORNOYA, L’ISOLA DEGLI ORSI

Bisogna ripensare ad uno sviluppo sostenibile e considerare che l’Artico non è un luogo uguale agli altri, ma uno dei motori del clima del pianeta. A bordo della barca a vela “Moondance” siamo partiti per scoprire quanta plastica c’è in mare e quanto si stiano trasformando gli habitat e la vita degli esseri viventi a causa del cambiamento climatico. Per conoscere l’entità degli effetti in atto in questi habitat poco contaminati, il gruppo di esperti e di volontari delle Associazioni Gate to The Artic e AIPU, con il supporto del Dipartimento di Scienza della Terra e dell’Ambiente dell’Università“Federico II” di Napoli, dell’Istituto Oceanografico di San Diego, dell’ITS Academy Giovanni Caboto di Gaeta e della Lega Navale di Sperlonga, è partito proprio alla volta di mete dove la plastica non dovrebbe esserci, ma dove il riscaldamento globale potrebbe manifestarsi in maniera più importante che in altre. È nata così “Ambasciatori in Artico”, spedizione esplorativa di un team di esperti lungo la costa dell’isola di Biornoya, un reportage di testimonianza di come siano in grado di cambiare i luoghi più estremi del pianeta Terra. Purtroppo, per condizioni meteomarine avverse e soprattutto per venti forti da est, la spedizione è stata costretta a cambiare rotta e navigare verso l’isola di Soroya, a est della Norvegia. Proprio seguendo l’esperienza di questa missione esplorativa si può comprendere davvero quanto il destino delle nostre vite e dei luoghi in cui abitiamo siano connessi tra loro e con le sorti del pianeta.

Sono sempre più frequenti le manifestazioni e le richieste da parte dei cittadini perché le istituzioni riducano urgentemente la produzione di plastica e in modo drastico le emissioni di CO2. Tutto il pianeta è condizionato da questi elementi avversi e, se lo sentiamo in maniera ormai evidente a casa nostra, nelle zone dei poli questo cambiamento si sta manifestando addirittura tre volte più intensamente. Ogni anno in questi luoghi, come dicono gli esperti, perdiamo circa 250 gigatonnellate di ghiaccio, che equivalgono a dimensioni enormi paragonate ai grattaceli delle più grandi città del mondo

In foto il team tra  i fiordi di Reinoya, in Norvegia.

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